Avviso di garanzia a Giorgia Meloni: “Non mi faccio intimidire”. Per Anm è solo un “atto dovuto” VIDEO

Nel video, Giorgia Meloni mostra alla telecamera il documento ricevuto, spiegando che il provvedimento è stato emesso dal procuratore della Repubblica, Francesco Lo Voi, noto anche per il processo contro Matteo Salvini sul caso Open Arms

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La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha annunciato di aver ricevuto un avviso di garanzia per favoreggiamento e peculato in relazione al rimpatrio del cittadino libico Almasri. La notizia, divulgata attraverso un video pubblicato sui social, ha immediatamente acceso il dibattito politico e mediatico.

Nel video, Giorgia Meloni mostra alla telecamera il documento ricevuto, spiegando che il provvedimento è stato emesso dal procuratore della Repubblica, Francesco Lo Voi, noto anche per il processo contro Matteo Salvini sul caso Open Arms, conclusosi senza condanna. L’avviso di garanzia coinvolge non solo la premier, ma anche i ministri Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e il sottosegretario Alfredo Mantovano. Secondo quanto riportato, l’indagine sarebbe partita da una denuncia dell’avvocato Luigi Li Gotti, ex parlamentare vicino a Romano Prodi e difensore di noti pentiti mafiosi come Buscetta e Brusca.

La replica di Meloni: “Non sono ricattabile”

Nel suo messaggio, Meloni ha dichiarato con fermezza: Non sono ricattabile e non mi faccio intimidire. Ha poi sottolineato che continuerà il proprio lavoro “a testa alta”, evidenziando la sua convinzione di essere vittima di un attacco politico. La premier ha inoltre criticato l’accusa definendola parte di una strategia già vista nel caso di Salvini, suggerendo che vi siano finalità più politiche che giuridiche dietro l’iniziativa.

Caso Almasri: un nodo controverso

Il caso Almasri riguarda il rimpatrio di un cittadino libico, un tema che tocca direttamente le politiche migratorie del governo. Sebbene i dettagli dell’accusa non siano stati ancora resi pubblici, l’imputazione di peculato e favoreggiamento richiama l’attenzione sulle modalità di gestione della vicenda e sull’eventuale utilizzo improprio di risorse pubbliche.

Le reazioni politiche

L’opposizione ha immediatamente richiesto chiarimenti, chiedendo trasparenza sui dettagli dell’indagine. D’altra parte, i sostenitori del governo hanno difeso la premier, descrivendo l’avviso di garanzia come un attacco strumentale volto a destabilizzare l’esecutivo. La vicenda sembra destinata a diventare un nuovo terreno di scontro politico.

La ricezione di un avviso di garanzia non equivale a una condanna, ma rappresenta l’inizio di un’indagine ufficiale. Meloni ha già chiarito la sua posizione e annunciato che non arretrerà di fronte a ciò che definisce una campagna intimidatoria. Resta ora da capire come evolverà il caso e quali saranno le conseguenze politiche e legali.

Con questa vicenda, il tema delle politiche migratorie e della giustizia torna al centro del dibattito pubblico, con potenziali ripercussioni sugli equilibri politici nazionali.

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