La tornata elettorale per il rinnovo del Comitato direttivo centrale dell’Anm, l’Associazione nazionale magistrati, si è conclusa oggi. Tra i 6.857 voti espressi dai magistrati, 19 voti nulli e 25 schede bianche, a ricevere 2.085 preferenze è la lista della corrente più filogovernativa nel sindacato delle toghe, Magistratura Indipendente. A seguire, si posiziona Area, la lista progressista con 1.803 voti e Unicost con 1.560. Mentre, Magistratura Democratica esce dal podio ricevendo 1081 preferenze, insieme ad Articolo 101 con soli 304 voti.
In assoluto, però, sembrerebbe che gli equilibri interni all’Associazione restino al quanto stabili nell’ottica della linea programmatica già individuata, ossia in contrasto con il governo e più specificatamente contro la riforma della giustizia. Infatti, vista l’adesione agli scioperi e alle proteste avvenute nelle Aule italiane, il rinnovo del direttivo centrale di Anm sembra seguire compatta e unitaria la medesima strada.
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Il rapporto tra magistratura e società civile
Nei giorni del voto per l’Anm, avvenuto per via telematica dal 26 al 28 gennaio, è stata ricorrente la tematica riguardante il rapporto tra magistratura e società civile. In un comunicato diffuso da Magistratura Democratica, infatti, viene auspicato un ruolo sempre più attivo e rilevante dell’Anm in relazione ai cittadini. L’associazione dovrebbe quindi ribadire “con maggiore fermezza che ogni magistrato è libero di contribuire, nel dibattito pubblico e nella comunità dei giuristi, al ragionamento giuridico, senza timore, anche quando la sua opinione possa essere sgradita alla maggioranza politica del momento“.
Proprio in tal senso, Magistratura Democratica si dice contro la riforma che, a detta dell’associazione, vorrebbe una magistratura “servente della politica“. Per questo motivo, l’Anm dovrebbe trovare il coraggio di essere “più incisiva nel difendere dall’interno l’autorevolezza e l’indipendenza dell’essere magistrati e di entrare nella comunità e nella società civile“. L’importante che, come previsto dalla Costituzione, i giudici lavorino nel migliore dei modi in tribunale, assolvendo al loro delicato compito a loro affidato.
La prossima data segnata in calendario, riguarderà la nomina dei nuovi vertici del sindacato programmata all’8 febbraio, oltre al grande sciopero del 27 febbraio indetto dalla stessa Associazione durante il quale le toghe rimarcheranno la propria contrarietà alla separazione delle corriere.
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