La nuova amministrazione Trump vuole una risoluzione “sostenibile” alla guerra in Ucraina. Lo dice il neo eletto segretario di Stato Usa Marco Rubio in un’intervista alla Cbs. L’obiettivo, ha spiegato, sarebbe sul lungo termine: bisogna evitare che scoppi una nuova guerra “tra 2-4 anni“, puntando alla “stabilità“.
Rubio ha infatti spiegato ai media che la fine del conflitto rientra fra gli obiettivi fondamentali della nuova amministrazione Usa. “Il conflitto deve finire, e la politica degli Stati Uniti è che vogliamo che finisca, vogliamo fare tutto il possibile per far sì che finisca. Ci impegneremo e faremo in modo che finisca in modo sostenibile, il che significa che non vogliamo semplicemente che il conflitto finisca per poi riprendere“.
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Visto l’impegno che Washington promette sul piano della diplomazia internazionale, nel cui ambito prevede svolte determinanti, Rubio ha sottolineato che “tutti dovrebbero essere
molto contenti” del fatto Donald Trump sia stato eletto alla Casa Bianca, dal momento che il suo intento sarebbe quello di “promuovere la pace nel mondo e porre fine a questi conflitti“.
Oltre l’Ucraina: gli Usa di Trump e i nuovi scenari della diplomazia. Rubio incontra gli alleati asiatici
In qualità di nuovo segretario di Stato Usa, Rubio ha incontrato nel suo primo giorno alla guida della diplomazia americana i suoi omologhi dei Paesi alleati asiatici: Giappone, India e Australia. L’incontro, che si è tenuto presso il Dipartimento di Stato, è di grande rilevanza per le relazioni internazionali in chiave anti-Cina. L‘alleanza fra i tre Paesi è infatti strategica per contrastare la crescita dell’influenza della Repubblica popolare a livello mondiale.
Al centro dell’incontro fra i quattro Paesi alleati l’intento di lavorare per “una regione
dell’Indo Pacifico libera e aperta“. L’obiettivo, secondo i quattro capi diplomatici, è sostenere una regione nella quale “lo stato di diritto, i valori democratici, la sovranità e l’integrità
territoriale siano preservati e difesi“. Al termine dell’incontro Rubio ha rilasciato una dichiarazione con un messaggio diretto alla Cina: “Respingiamo fermamente qualsiasi azione unilaterale che cerchi di cambiare lo status quo con la forza o la coercizione“
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