Elon Musk e un ipotetico “saluto romano”: a valanga le polemiche

Sono molteplici le ipotesi che stanno costellando il gesto compiuto dal patron di X nel corso del suo intervento alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump

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Dal “donare il suo cuore alla platea” al “saluto romano“, le polemiche e le giustificazioni, che si sono formulate in seguito al gesto di Elon Musk rivolto alla folla dal palco della Rotonda alla Washington Arena, sono delle più svariate e fantasiose.

Cosa ha fatto gridare allo scandalo? La controversia dell’immagine di un uomo, già estremamente chiacchierato dall’opinione pubblica, che alza il suo braccio destro teso verso il cielo. Dai qui, l’indignazione e la preoccupazione che si possa trattare di un riferimento al nazismo e quindi è stato interpretato il gesto come un saluto romano.

Il Ceo di SpaceX con una mossa ha generato un acceso dibattito sui social e nelle comunità politiche nonché delle organizzazioni internazionali, ed ora si chiedono spiegazioni e chiarimenti da parte di Musk. Allo stesso tempo, però, è partita la difesa a spada tratta del fondatore di Tesla, spiegando che in realtà si trattava del desiderio di un uomo estremamente preso dal momento, euforico ed emozionato, di donare il suo cuore alla platea.

Non poteva mancare il commento del referente italiano di Musk, Andrea Stroppa, che ha postato su X la giustificazione di un gesto che alcuni hanno scambiato per un saluto nazista, in realtà è “semplicemente Elon, che è autistico, che esprime i suoi sentimenti dicendo ‘voglio darti il mio cuore’, ed è esattamente ciò che ha comunicato al microfono“.

A sottolineare la motivazione di Stroppa sono le ultime parole del post scritte in maiuscolo: “A Elon non piacciono gli estremisti!“. Musk ha poi replicato alle polemiche sulle immagini condivise affondando sui suoi detrattori consigliando di trovare “sporchi trucchi migliori” perché “l’attacco ‘tutti sono Hitler’ ha stancato“.

Musk indigna la Spagna

Si tratta di immagini che hanno immediatamente ed inevitabilmente fatto il giro del mondo provocando anche prese di posizione più drastiche. In Spagna, ad esempio, la vicepremier seconda spagnola, Yolanda Diaz, i ministri del suo partito Sumar e la stessa formazione politica, hanno deciso di lasciare X in polemica con Elon Musk. “E’ stata un’immagine molto dura che mi ha fatto prendere una decisione che stavo meditando da vari mesi“, scrive Diaz. Nel medesimo comunicato si legge che “da mesi Musk sta utilizzando X con fini politici” e che la piattaforma stessa “ha smesso di essere uno strumento di comunicazione o un social per diventare un meccanismo di propaganda che utilizza il suo algoritmo per far prevalere alcune idee su altre“.

Oltre alla vicepresidente spagnola, ad annunciare il proprio addio a X sono stati anche il ministro per l’Infanzia e la Gioventù, Sira Rego e il ministro per la Cultura, Ernst Urtasan. “Non si tratta di un lapsus, di una provocazione o di un errore. Il saluto nazista di Musk è una dichiarazione di intenti“, denuncia Rego sostenendo che “è diventato insostenibile continuare ad alimentare il business di un miliardario che gioca a fare il dittatore“.

La ministra spagnola riconosce il fatto che non sarebbe necessario fuggire da quello che ha definito un conflitto, però Rega non desidera essere parte “dell’ingranaggio del pensiero di distruzione“, che sarebbe portato avanti dal patron di Tesla. Quindi, la scelta dell’addio di X avverrebbe anche nell’ottica di trovare alternative “al potere assoluto del feudalesimo tecnologico“, che verranno costruite “scommettendo sul pubblico e sulla sovranità digitale“.

O fascismo o democrazia. Addio“, così il partito Sumar abbandona la piattaforma di comunicazione, pubblicando una nota in cui ne spiega anche le ragioni. Il ministro della Cultura invece ha dichiarato su X che il social sarebbe divenuto “un megafono di un’oligarchia di estrema destra e dei suoi tentacoli che promuovono odio e disinformazione“, motivo per cui, Urtasun lascia il social di Musk.

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