Nell’età d’oro di Trump addio all’OMS, al Green Deal e via libera alla grazia ai rivoltosi: cosa aspettarsi dal Tycoon

Trump ovviamente non ha deluso i suoi fedelissimi, dichiarando che uno dei suoi primi provvedimenti riguarderà proprio il destino delle 1500 persone che si trovano in carcere per gli atti compiuti il 6 gennaio 2021. "Dobbiamo riportarli a casa", ha quindi sostenuto il Tycoon, di fatto lasciando intendere che potrebbe decidere di graziare tutti i carcerati per far riavere loro la libertà

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Il declino è finito, l’età dell’oro comincia“, poche parole che riassumono però perfettamente i piani di Donald Trump che, meno di 24 ore fa, è divenuto ufficialmente presidente degli Stati Uniti d’America. Nella Sala rotonda del Congresso Usa, The Donald si è cimentato in un discorso di insediamento della durata di 20 minuti, più simile a un comizio elettorale che al messaggio istituzionale di un presidente, in cui ha rinnovato una serie promesse al popolo americano, tutte finalizzate alla costruzione di un futuro prospero e soprattutto di successo.

Così, già nella Sala rotonda, Trump ha iniziato a firmare una serie di decreti attuativi, finalizzati a modificare l’assetto del governo americano e soprattutto ad eliminare una parte dei provvedimenti messi in atto dal suo predecessore, Joe Biden. In poche ore, quindi, il Tycoon è tornato sulla vetta del mondo e, grazie alla sua vista privilegiata, ha iniziato a dare un nuovo volto all’America, che sembrerebbe voler diventare sempre più indipendente dagli organi sovranazionali e svincolata dagli accordi economici con le altre Nazioni.

Dopo la promessa di riconquista del Canale di Panama, e quella di piantare la bandiera americana su Marte, Trump ha firmato il decreto che dà inizio alla deportazione di massa promessa durante la campagna elettorale. “Manderò via milioni di immigrati“, ha ricordato nel corso del discorso di insediamento, annunciando poi lo Stato di emergenza al confine con il Messico, così da poter inviare truppe di soldati a controllarlo.

Il presidente eletto degli Usa, Donald Trump
Il presidente degli Usa, Donald Trump

Fa discutere, poi, la firma di un decreto che annulla lo Ius Soli, ovvero l’assegnazione della cittadinanza americana ai figli di immigrati irregolari che nascono sul suolo Usa. Affinché questa possa effettivamente sostituita con un altro tipo di diritto è necessaria una riforma costituzionale, su cui per ora il Tycoon non si è espresso. Tra il ritiro degli Usa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Accordo di Parigi, Trump sembra pronto a voler gestire qualunque tipo di emergenza in maniera autonoma, svincolandosi quindi dalle regolamentazioni che potrebbero in qualche modo minare la sua liberà.

Sulla stessa linea di pensiero anche il licenziamento dei primi quattro alti funzionari governativi, ritenuti non in linea con la sua politica. Tra questi figura anche Mark Milley, attuale dipendente del National Infrastructure Advisory Council ed ex capo di Stato maggiore degli Usa, a cui ieri Biden ha concesso la grazia preventiva. “Che questo serva come avviso ufficiale di licenziamento per questi 4 individui, con molti altri in arrivo a breve“, ha scritto il miliardario sui social, annunciando quindi la sua decisione definitiva.

Trump pronto a concedere la grazia ai rivoltosi del 6 gennaio

Trump ovviamente non ha deluso i suoi fedelissimi, dichiarando che uno dei suoi primi provvedimenti riguarderà proprio il destino delle 1500 persone che si trovano in carcere per gli atti compiuti il 6 gennaio 2021. L’attacco al congresso Usa continua ad essere uno dei punti cardine dell’agenda di Trump che, ormai da quattro anni, continua a sostenere che i rivoltosi non abbiano compiuto alcun reato, in quanto consapevoli che la vittoria di Joe Biden non fosse legittima.

Dobbiamo riportarli a casa“, ha quindi sostenuto il Tycoon, di fatto lasciando intendere che potrebbe decidere di graziare tutti i carcerati per far riavere loro la libertà. La promessa ha ovviamente mandato in delirio i suoi sostenitori, mentre ha preoccupato enormemente le opposizioni, intimorite dalle conseguenze di questa scelta. “Si tratta di un oltraggioso insulto al nostro sistema giudiziario“, ha infatti sostenuto la democratica Nancy Pelosi.

TikTok, identità di genere e Medio Oriente

Continua a far discutere la decisione del Tycoon di ritardare l’entrata in vigore del ban di TikTok, che quindi resta attivo negli Usa per altri 75 giorni, nonostante il blocco avvenuto lo scorso 19 gennaio. Il neo presidente, inizialmente contrario all’uso dei social negli Stati Uniti, ha deciso di divenire più permissivo in quanto l’App gli avrebbe permesso di raggiungere una vasta audience di giovanissimi, diventati quindi suoi elettori.

Il presidente eletto degli Usa, Donald Trump
Il presidente degli Usa, Donald Trump

Intanto, tra gli utenti del social, iniziano a nascere dubbi sulle reali intenzioni del Tycoon e soprattutto sugli accordi che questo potrebbe mettere in atto con la Cina affinché la piattaforma continui ad essere utilizzabile. Un enorme passo indietro in materia di diritti rappresenta invece la decisione del miliardario di tornare ad utilizzare la diciturasessocome classificazione biologica piuttosto chegenere” o “identità di genere“. All’interno di questa categoria, quindi, saranno inclusi solamente i generi “uomo” e “donna” che dovranno essere utilizzati nei documenti e rispecchiare il sesso biologico dell’individuo e non la sua identità di genere.

Per quanto riguarda, invece, la tregua in Medio Oriente, la leadership politica di Hamas ha dichiarato di voler mantenere aperto un canale di comunicazione con gli Stati Uniti, perché, dal loro punto di vista, sarebbe stato proprio l’intervento di Trump a permettere l’entrata in vigore della tregua. L’alto funzionario di Hamas, Mousa Abu Marzouk, ha dichiarato in una intervista al New York Times che il nuovo inviato americano in Medio Oriente, Steve Witkoff, è il benvenuto a Gaza in qualunque momento. “Può venire a vedere la gente e cercare di capire i loro sentimenti e desideri in modo che la posizione americana possa basarsi sugli  interessi di tutte le parti, e non solo di una parte“, ha infatti sostenuto.

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