Separazione carriere, il primo sì della Camera e la gioia di FI: cosa potrebbe cambiare con il ddl

Il ddl vuole modificare il Titolo IV della Costituzione, con l'obiettivo di separare le carriere dei magistrati requirenti e giudicanti. Inoltre, è prevista la creazione di due distinti organi di autogoverno, ovvero il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente

8 Min di lettura

La riforma costituzionale della riforma sulla separazione delle carriere ha compiuto il primo grande passo in avanti verso la sua possibile approvazione. La Camera ha infatti approvato con 174 voti favorevoli la proposta della maggioranza, concludendo così il primo dei quattro passaggi previsti per l’approvazione di una riforma della Costituzione. I voti contrari sono stati 94 mentre gli astenuti 5. Nel complesso hanno votato ““, oltre alle forze di maggioranza, anche Azione e +Europa, mentre Italia Viva ha deciso di astenersi. Contrari sin dall’inizio Pd, M5S e Avs. L’approvazione è stata accolta con un lungo applauso della maggioranza ed ora il ddl passata al Senato per la sua seconda approvazione.

Nel corso dell’analisi del tempo la maggioranza e il governo hanno respinto tutti gli emendamenti presentati dalle forze di minoranza, per cui il testo del disegno di legge non è stato modificato in alcuna sua parte. Un tentativo di modifica era stato portato avanti da Forza Italia, che aveva proposto di eliminare dal sorteggio i componenti laici. Dopo una riunione a Palazzo Chigi tra i vertici della coalizione e il ministro Nordio, il partito di Antonio Tajani ha deciso di ritirare gli emendamenti, permettendo quindi il proseguo della votazione.

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha dichiarato di essere ovviamente “contento” dell’esito del voto, ma ha anche ammesso che il percorso prima dell’approvazione definitiva è ancora lungo. Il titolare del ministero della Giustizia ha poi aggiunto di ritenere corretto che sulla questione si esprima anche il popolo attraverso un referendum confermativo, ipotesi che sembra più che possibile visto che nelle ultime due letture si ipotizza che i voti favorevoli non saranno pari alla richiesta della maggioranza di due terzi dei componenti.

Nordio: “Spero che il via libera sia entro l’estate

Il ministro della Giustizia, fermatosi a parlare con i giornalisti presenti in Transatlantico, ha dichiarato di aver ritenuto “fuori luogole argomentazioni di coloro che hanno insinuato che la riforma della separazione delle carriere potesse essere una riforma punitiva della magistratura“. Nordio ha infatti ricordato di sentirsi ancora parte di quest’ultima, con cui ha operato per circa 40 anni, e quindi non poter in nessun modo collaborare ad azioni che possano essere per questa pericolose. “Sarebbe paradossale“, ha infatti continuato il ministro, prima di commentare le dichiarazioni dell’Associazione nazionale magistrati.

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio sui migranti in Albania
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio sui migranti in Albania

Tutti hanno il diritto e il dovere di esprimere le loro opinioni anche se dissenzienti“, ha sostenuto il ministro, sottolineando però che bisognerebbe evitare argomentazioni in termini polemici o apodittici, così come i processi alle intenzioni. Il riferimento del ministro è alle dichiarazioni per cui la riforma delle carriere sottoporrebbe il pm all’esecutivo e che sia punitiva nei confronti dell’intera magistratura. “Come si fa a dire che la separazione delle carriere è un vulnus alla democrazia quando nei Paesi dove la democrazia è nata le carriere sono separate?“, ha infatti chiesto Carlo Nordio, riferendosi alla Gran Bretagna e agli Usa dove il ddl oggi votato dalla Camera è già in vigore.

Le reazioni della politica italiana

Tra i partiti della maggioranza, la soddisfazione più grande è stata espressa da Forza Italia, che ha parlato oggi della vittoria in una “storica battaglia” del partito, che si prefigge di voler rendere “più efficiente e imparziale” il sistema della giustizia e di conseguenza aumentare i diritti dei cittadini. “Forza Italia considera da sempre, sin dalla sua fondazione, questa riforma una riforma necessaria“, ha infatti dichiarato il presidente dei deputati di Forza Italia, Paolo Barelli. “L’approvazione in prima lettura della separazione delle carriere è una grande vittoria di Silvio Berlusconi, di Forza Italia, del centrodestra, del Parlamento e di tutti gli italiani liberi“, ha invece sostenuto il vice ministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto a margine dell’approvazione.

il difforme paolo sisto
Il vice ministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto

Il Partito democratico di Elly Schlein si è invece chiesto se questa riforma fosse effettivamente necessaria, in quanto già la Corte costituzionale aveva chiarito che per il provvedimento della separazione delle carriere fosse abbastanza anche una legge ordinaria, alla condizione che “rimanesse un ordine unico e un unico Csm“. In questo senso, quindi, il Pd crede che la riforma costituzionale voglia “prendere un potere unico per farne due mezzi poteri, indebolendo in questo modo l’ordine giudiziario ed intaccandone autonomia ed indipendenza“.

Angelo Bonelli, processo ex-Ilva
Angelo Bonelli, leader Avs

Sulla questione si è poi espresso anche Angelo Bonelli di Avs, che ha sostenenuto che il governo non sta realmente lavorando per far funzionare meglio la giustizia ma che voglia “delegittimare la magistratura e minare l’indipendenza del sistema giudiziario“. Per questo Avs è intenzionata a fare opposizione nel tentativo di fermare “riforme che aprono ad una svolta autoritaria in questo Paese“.

Cosa potrebbe cambiare con la separazione delle carriere?

Il ddl oggi votato alla Camera si propone di modificare il Titolo IV della Costituzione, con l’obiettivo di separare le carriere dei magistrati requirenti e giudicanti. In questo senso, però, è anche prevista la creazione di due distinti organi di autogoverno, ovvero il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente, e l’istituzione di un’Alta Corte disciplinare.

Un cambio radicale, visto che al momento la carriera dei magistrati è unica e prevede il passaggio tra funzioni, anche se per una sola volta entro 10 anni dalla prima assegnazione, come effetto della riforma Cartabia del 2022. Invece per quanto riguarda i due Csm, entrambi saranno presieduti dal Presidente della Repubblica e ne faranno parte per diritto il Primo Presidente della Corte di cassazione e il Procuratore generale della Corte di cassazione.

La novità maggiore riguarda però la nomina dei componenti di queste corti. Per un terzo saranno sorteggiati da professori ordinari di materie giuridiche e avvocati con più di 15 anni di esercizio e i restanti due terzi saranno sorteggiati tra  i magistrati giudicanti e tra i magistrati requirenti. L‘Alta corte requirente sarà invece composta da 15 giudici, di cui 3 estratti a sorte da un elenco predisposto dal Parlamento, 6 magistrati giudicanti e 3 requirenti estratti a sorte. Questi rimarranno in carica per quattro anni e il loro ruolo sarà inconciliabile con altre cariche.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo