Un talento nato e cresciuto a Priverno, nel cuore del Lazio, che oggi si fa strada nel panorama cinematografico italiano. Emiliano Locatelli, giovane regista emergente, ha compiuto un passo importante per la sua carriera: il suo film Il diavolo è Dragan Cygan, con Enzo Salvi e Sebastiano Somma nel cast, è approdato sulle piattaforme streaming Prime Video e Tim Vision. Un traguardo significativo, raggiunto senza alcun supporto pubblico, che dimostra come anche dalla provincia sia possibile realizzare grandi sogni. Tra difficoltà economiche, ispirazioni culturali e un amore profondo per la settima arte, Locatelli racconta la sua storia, il suo stile e l’orgoglio di portare Priverno sotto i riflettori del cinema italiano.
Emiliano, il tuo film Il diavolo è Dragan Cygan è ora disponibile su Prime Video e Tim Vision. Un grande traguardo per un regista emergente. Come ti senti?
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Sono davvero emozionato. Questo risultato è la prova che, con determinazione e passione, si possono raggiungere grandi obiettivi, anche partendo da un piccolo centro come Priverno.
Com’è iniziato il tuo percorso nel mondo del cinema? C’è stato un momento decisivo?
Sì, sicuramente. È stato nel 2021, quando ho realizzato il cortometraggio Solamente tu con Enzo Salvi. Quell’esperienza, e il successo che ne è derivato, mi ha dato la certezza di voler seguire questa strada. Da lì ho capito che il cinema sarebbe diventato la mia vita.
Parlaci delle difficoltà che hai incontrato nel realizzare Il diavolo è Dragan Cygan.
È stato un percorso pieno di ostacoli, soprattutto economici. Non abbiamo ricevuto alcun supporto pubblico, né regionale né statale. Questo è un problema comune per i registi emergenti: il sistema tende a favorire chi è già affermato. Ma non ci siamo arresi. Grazie alle risorse private della nostra produzione, siamo riusciti a completare il film. È una dimostrazione che si può creare qualcosa di valido anche senza aiuti istituzionali.
Essere cresciuto a Priverno ha influenzato il tuo modo di fare cinema?
Assolutamente sì. C’è chi pensa che chi viene dalla provincia abbia meno possibilità di farcela, ma io non sono d’accordo. La provincia offre una visione del mondo più profonda rispetto alla metropoli. Il mio ambiente culturale e le persone che ho incontrato mi hanno ispirato tantissimo. Un luogo che porto nel cuore è l’Abbazia di Fossanova, con la sua storia legata a San Tommaso d’Aquino. È un posto che stimola la riflessione, anche se io non sono credente.
Come definiresti il tuo stile cinematografico in tre parole?
Direi “materialistico-dialettico, analitico della coscienza e sinestetico”. So che sono termini complessi, ma penso che descrivano bene il mio approccio. Mi piace esplorare la profondità delle emozioni e delle contraddizioni umane, cercando di trasmetterle anche a livello sensoriale.
Che messaggio vuoi dare ai giovani che, come te, sognano di fare cinema?
Di non lasciarsi scoraggiare dai pregiudizi e dalle critiche. Chi viene dalla provincia non deve sentirsi svantaggiato. Il rimpianto di non averci provato è molto peggiore di qualsiasi fallimento. Bisogna avere il coraggio di inseguire i propri sogni, a prescindere dalle difficoltà.
Ora che il tuo film è in streaming, quali sono le tue aspettative?
Mi auguro che Il diavolo è Dragan Cygan riesca a toccare il cuore degli spettatori e a ottenere il riconoscimento che merita. È un’opera realizzata con passione, che porta con sé l’orgoglio di un talento locale e il contributo di tanti artisti cresciuti in un territorio ricco di storia e cultura.
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