Il Papa sullo sfruttamento minorile: “Basta ignorare, chiediamoci cosa possiamo fare”

Le parole del Papa nell’udienza di questa mattina scuotono le coscienze: “Come posso mangiare e vestirmi sapendo che dietro quel cibo o quegli abiti ci sono bambini sfruttati, che lavorano invece di andare a scuola?”

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Ancora una volta Papa Francesco si trova a parlare di abusi sui minori, tema che al pontefice sta molto a cuore. Quest’ultimo infatti lo definisce come “un atto atroce”, davanti al quale non si può restare indifferenti. Nell’udienza di oggi sottolinea che non bisogna essere complici dello sfruttamento e che la consapevolezza è il primo tassello per non esserlo. Il Pontefice ricorda poi i bambini vittime di destini sfortunati, “costretti a diventare adulti troppo presto”, verso i quali il Santo Padre porta l’attenzione, al fine di sensibilizzare le coscienze.

L’abuso è un “crimine”, dice il Santo Padre nella sua udienza di questa mattina e sottolinea come “sia una gravissima violazione dei comandamenti di Dio”. Papa Francesco sostiene che nessuno tra i minori dovrebbe esserne vittima; tuttavia, occorre coinvolgere e informare le persone sul tema e star vicino ai bambini che subiscono, mostrando loro solidarietà, creando un’atmosfera per farli crescere in luogo sereno e sicuro.

Il Santo Padre ripercorre una questione verso la quale egli mostra particolarmente vicinanza. Infatti, si ricorda la visita del Pontefice a settembre in Belgio, durante la quale lo stesso ha affrontato l’argomento degli sfruttamenti. Ancora una volta, proprio come a Bruxelles, il Papa ricorda come questa “piaga della società” sia inammissibile, impossibile da ignorare anche per un solo caso. “Nessun minore dovrebbe subire abusi” afferma il Santo Padre.

Non si può essere complici di questi sfruttamenti e il Pontefice evidenzia: “Dobbiamo chiederci: io cosa posso fare?”. Una soluzione al quesito che propone Bergoglio è quella di interrogarsi su come le scelte individuali possano contribuire al problema.

Papa Francesco: “Siamo tutte gocce che insieme possono essere il mare

Il Santo Padre ha posto l’attenzione su tutti quei bambini che nel mondo sono schiavi di tratte di prostituzione, pornografia e matrimoni forzati, che sono costretti a svolgere lavori pericolosi per sopravvivere, pur non avendo l’età minima per farlo. A tal proposito il Papa fa l’esempio di un frutto di un Paese del Sudamerica, l’Arandano, ossia il mirtillo. che richiede “mani tenere” per la raccolta. Proprio in questo settore, quindi, molti bambini verrebbero schiavizzati.

Papa Francesco: "Il Giubileo è per tutti!"
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Tra le cause del problema che pone in primo piano nella sua udienza, Bergoglio menziona disoccupazione, precarietà del lavoro, povertà, mancanza di supporto alle famiglie e marginalità; tutte questioni che negli ultimi anni si sono fatte più evidenti a seguito dell’incremento di divari sociali, soprattutto nelle metropoli. Date tali disparità, i minori vengono impiegati in attività illecite, diventando vittime sacrificali e spesso anche carnefici di altri, intaccando la propria dignità.

In particolare, ciò su cui lo stesso si sofferma, è l’indifferenza delle altre persone davanti a queste vicende, “quando in strada, nel quartiere della parrocchia, queste vite smarrite si offrono al nostro sguardo, spesso guardiamo dall’altra parte”. Il Santo Padre ricorda a tal proposito un episodio a lui vicino, quello di un bambino scomparso in Argentina, probabilmente vittima di traffico di organi.

A tal proposito c’è da sottolineare che la pratica del traffico di organi è consolidata e diffusa in contesti poveri del mondo; tra questi sicuramente il Centro America, il Nord Africa e il Sud est Asiatico. Essendo meno comune in Europa e in Italia, il Papa vuole rimarcarne la presenza in altre realtà.

Per concludere, verso la fine della sua udienza, Papa Francesco ci invita ad ascoltare “chi non ha voce”, tenta di sensibilizzare sul tema dello sfruttamento minorile, a combattere solidalmente, a unirci in questo intento perché “ciascuno può essere una goccia che, insieme a tante altre gocce, può diventare un mare”. Bergoglio menziona infine le istituzioni, ecclesiastiche e non, le imprese, gli Stati, le Organizzazioni internazionali e i giornalisti, al fine di richiamare l’attenzione collettiva sul tema, tentare di coinvolgere tutti questi soggetti e dunque impedire gli abusi. Il Santo Padre, a tal proposito, conclude la sua catechesi con una preghiera di Madre Teresa di Calcutta rivolta ai diritti dei bambini.

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