Il 2025 è iniziato all’insegna del caro vita. Il mancato rinnovo dell’accordo tra Russia e Ucraina per il passaggio del gas russo nei metanodotti di Kiev ha infatti prodotto un innalzamento delle bollette di luce e gas che potrebbe toccare il picco del 30% ed oggi il Codacons ha lanciato l’allarme anche sull’aumento dei costi della benzina. “Alla data del 10 gennaio la benzina al servito ha toccato i 2,409 euro al litro sulla A1, (2,319 euro/litro il gasolio), un valore sfiorato anche sulla A21 con 2,399 euro/litro (2,299 euro il gasolio)“, si legge in un comunicato rilasciato dall’associazione a tutela dei consumatori.
L’allarme, quindi, riguarda un improvviso e pesantissimo innalzamento dei prezzi della benzina, soprattutto negli impianti autostradali. Un ennesimo aumento che peserà, dunque, sulle tasche dei consumatori, andando anche a diminuire il loro potere d’acquisto. Nella nota rilasciata dal Codacons, vengono elencati i prezzi esposti da diverse pompe di benzina poste sulle principali vie autostradali italiane, evidenziando come nella maggior parte il costo della benzina abbia superato i 2,3 euro al litro.
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Inoltre, l’aumento avrebbe interessato anche le modalità di rifornimento self service, ovvero quelle in cui il conducente del veicolo procede in autonomia alla ricarica del serbatoio della propria auto. Anche qui, infatti, la benzina ha superato i due euro al litro, sempre negli impianti posti su autostrade.
Benzina, quali sono i motivi dell’aumento
Nella sua comunicazione, il Codacons chiarisce che “sui listini dei carburanti stanno incidendo diversi fattori“, tra cui i maggiori costi applicati a rivenditori e gestori per la quota d’obbligo di miscelazione annuale dei biocarburanti. Questa tassa, però, ricadrebbe nel totale sugli acquisti dei consumatori, aumentando quindi il prezzo di vendita della benzina. Un altro fattore concomitante sarebbe la speculazione sul petrolio che nelle ultime ore ha quindi portato ad un rialzo delle quotazioni.
Secondo il Codacons, però, questo ultimo fattore non riesce comunque a giustificare un rialzo dei prezzi così pesante sugli impianti delle autostrade italiani. “Sulla rete urbana, rispetto ai prezzi praticati il mese scorso, un pieno di benzina costa oggi quasi 2,2 euro in più, mentre per un pieno di gasolio la spesa sale di 2,4 euro“, approfondisce l’associazione, chiarendo che in questo modo in un suolo anno gli italiani subiranno un aggravio di spesa di 52 euro per la benzina e di 57,6 euro per il gasolio. In questo senso, quindi, il comunicato si conclude con un appello alle istituzioni, affinché queste “prestino massima attenzione all’andamento dei carburanti per evitare prezzi fuori controllo e ripercussioni sulle famiglie“.
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