“Non ritengo di dovermi difendere dalla previsione di rappresentare un limite o un problema per la libertà di stampa o per la democrazia“, così il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha iniziato a chiarire alcuni punti posti in evidenza nel corso dell’annuale conferenza stampa organizzata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e dall’Associazione stampa parlamentare.
Tale chiarimento è avvenuto in merito ai commenti nati in riferimento al disegno di legge in discussione in Senato, nato da un’iniziativa di Fratelli d’Italia riguardo la diffamazione a mezzo stampa che, stando alle parole della premier, “non lo si può definire un tentativo di limitare la libertà di stampa“. Meloni continua poi sicura nel rispondere alle domande e nel motivare determinate proposte.
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Un discorso che ricade immancabilmente nel tema della presunzione di innocenza. La premier ritiene, difatti, che nell’ambito dell’attuazione della direttiva europea del 2016 che riguarda il pieno rispetto della presunzione di innocenza, “il Parlamento ha delegato il Governo ad approvare un decreto legislativo secondo cui non può essere pubblicata per intero o per estratto l’ordinanza di custodia cautelare in carcere“. Quindi, ai giornalisti è consentito di avere l’ordinanza ma si chiede di evitare il “copia e incolla” e di svilupparne una sintesi, in quanto sono contenuti dati sensibili e stralci di intercettazioni.
Infatti, Meloni specifica senza alcuna esitazione quella che in verità è la possibilità di continuare a dare notizie di fatti rilevanti, facendo notare che non ci sia alcuna “limitazione del diritto di informazione e di essere informati” e comunque “il governo ha deciso di non inasprire le pene” per chi “dovesse violare” questa indicazione.
In tal senso, la premier ha voluto sottolineare anche il rapporto di rispetto reciproco che dovrebbe sussistere tra giornalisti e il presidente del Consiglio. “Mi capita sempre più spesso di trovare virgolettati sui giornali, dichiarazioni che non solo non ho mai detto e pensato ma spesso vengono riportati fatti non avvenuti“, ha fato notare Meloni, esprimendo la volontà di provare “a ripartire con un piede diverso: io assicuro rispetto, ancora di più rispetto per il vostro lavoro e mi permetto di chiederlo a voi“.
In ambito giornalistico, il capo del governo ha desiderato rivolgere attenzione anche al giornalismo di inchiesta definendolo come “una delle cose più straordinarie che abbiamo“, ragionando però sul come poter fare un salto di qualità nella protezione degli inviati. In tal senso è stato interpellato così il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, moderatore della conferenza, che ha mostrato la piena volontà di collaborazione nell’abbassare il tasso di rischio di casi come quelli della reporter Cecilia Sala, appena tornata in Italia dalla prigionia in Iran.
Meloni: “Non sono favorevole a rimpasti, Piantedosi ottimo ministro“
Nel corso della conferenza stampa, alla domanda riguardante Salvini nel ruolo di ministro degli Interni al posto di Piantedosi, la premier ha poi risposto senza alcuna titubanza che di certo il leader leghista sarebbe ottimo al Viminale ma “ne abbiamo già uno“, il prefetto napoletano che è “un ottimo ministro degli Interni“. Infatti, il presidente del Consiglio dichiara anche di non essere “tendenzialmente favorevole alla parola rimpasto“.
“Presidente, lei calpesta le formiche?”
Tra gli interventi della stampa, non poteva mancare una delle domande “sui generis” tipiche del direttore dell’Agenzia Vista, Alexander Jakhnagiev, che ha alleggerito l’atmosfera. “Se calpesta le formiche, – chiede il giornalista – ci fa caso mentre cammina? Un detto popolare vuole che quando si calpestano le formiche, poi piove“. Meloni ha risposto con spirito e divertita: “Non lo so, le confesso se le vedo, no. Poi non le vedo sempre… Ci starò più attenta“. Un momento che la premier ha accolto concedendosi anche un dialettale “eccallà”, per sottolineare ironicamente un evento temuto.
Meloni: “Su Arianna numerose falsità, c’è sotto una strategia?”
Un certo nervosismo della premier, invece, è emerso nelle risposte sulla sorella Arianna. “Non ho mai parlato di ‘complotto’ – spiega categorica la premier – Ho detto, e l’ho spiegato già, che mi ha molto incuriosito questo continuo voler raccontare attorno alla figura di Arianna cose che non erano vere alla prova dei fatti”. Il presidente ha tenuto a considerare anche che il “gettare fango nei confronti di qualcuno”, potrebbe esistere a livello politico ma non della magistratura.
Musk e la premier
Tra gli highlights, la questione ricorrente della mattinata è stata il rapporto della premier con Elon Musk, che è stato oggetto di discussione in almeno sei domande, di cui l’ennesima interrotta da una battuta di Meloni che ha suscitato sorrisi in platea. Tra queste ha suscitato un certo interesse il potere e l’influenza del patron di X nella comunicazione a livello internazionale.
“Musk – esplica Meloni – consente a tutti di dire qualsiasi cosa sulla sua piattaforma, io invece spesso sono stata ‘bannata’ in altre situazioni“. Il premier prosegue poi sottolineando di aver posto da tempo il tema dell’esistenza di società che governavano pezzi fondamentali di comunicazione con fatturato che supera a volte il Pil di alcuni Stati, in quanto ritiene fondamentale la libertà di informazione.
Meloni su Rizzo e Belloni
Sulle dimissioni di Elisabetta Belloni da capo del Dis, il presidente ha confermare con estrema trasparenza le dichiarazione della stessa diplomatica rilasciate al Corriere della Sera. “Belloni – spiega Meloni – ha deciso di anticipare la sua uscita dal suo incarico per evitare di finire nel tritacarne che di solito accompagna nomine così importanti“. Dimissioni che, stando a quanto dichiarato dalla premier, sono state concordate prima di Natale, organizzate con una “transizione serena“. Nel corso della conferenza, inoltre, il capo del Governo ha annunciato la nomina di Vittorio Rizzo come sostituto della diplomatica, che sarà formalizzata in cdm.
Il triangolo Sala, Usa, Iran
“C’è stato un lavoro di triangolazione diplomatica con Iran e Usa per quello che riguarda una svolta nel caso, non direi che c’è stato un momento di svolta perchè la questione è stata seguita dall’inizio“, così chiarisce Meloni le vicende svoltesi intorno al caso di Cecilia Sala, aggiungendo che le interlocuzioni con l’Iran sono di natura diplomatica e di intelligence, motivo per cui il governo è tenuto alla riservatezza e alla cautela anche per la presenza di altri 500 italiani nel paese iraniano.
In tal senso, per ciò che riguarda invece l’ingegnere iraniano Abedini arrestato a Malpensa per ordine degli Usa, Meloni spiega che il caso è al vaglio tecnico e politico del ministero della Giustizia, che segue il trattato con gli Stati Uniti. “Le interlocuzioni ci sono e ci saranno: il lavoro ancora complesso non è terminato ieri e penso si debba discutere nei dettagli nelle sedi opportune“, espone il capo del governo dichiarando che ne avrebbe voluto parlare con il presidente Biden che ha però dovuto annullare la visita in Italia a causa dell’incendio che ha sconvolto Los Angeles.
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