L’obiettivo del 2% dell’inflazione, il trend dello spread e le intenzioni sui tagli ai tassi di interesse, sono questi gli argomenti principali trattati nel bollettino economico della Banca centrale europea, che dipinge un quadro piuttosto altalenante della situazione finanziaria dell’Ue. Il caro vita, il mancato rinnovo dell’accordo tra Russia e Ucraina sul passaggio del gas di Mosca verso l’Europa e il conseguente aumento dei prezzi energetici hanno scosso il quadro monetario del Vecchio continente, senza però avere ripercussioni sulla stabilizzazione del processo di disinflazione.
Un buon risultato, che però si scontra con la dura realtà di una ripresa economica che farà più fatica a verificarsi, rispetto a quanto preventivato nelle stime dello scorso dicembre. “Le proiezioni degli esperti indicano una crescita economica dello 0,7% nel 2024, dell’1,1 nel 2025, dell’1,4 nel 2026 e dell’1,3 nel 2027“, si legge infatti nel bollettino della Bce, in cui viene chiarito che la crescita ha subito una contrazione nel corso del quarto trimestre.
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Bce, lo spread continua a calare in Italia
Risultati positivi invece per l’Italia, in cui lo spread continua a calare. Nel bollettino, infatti, si legge che tra settembre e dicembre, a causa delle elezioni Usa e dei rendimenti sui titoli di Stato americani al rialzo, “sono aumentati i differenziali tra i rendimenti dei titoli francesi e tedeschi rispetto ai tassi Ois privi di rischio“. Nonostante ciò, gli effetti di propagazione in Grecia, Spagna, Italia e Portogallo sono stati comunque limitati soprattutto grazie ad un clima maggiore di fiducia dovuto alle leggi di bilancio dei singoli Paesi.
Nello specifico, nel nostro Paese, “il differenziale tra il rendimento dei titoli di Stato e il tasso Ois si è ridotto di nove punti base per l’Italia, ampliandosi invece in Portogallo e Spagna“.
Bce, prospettive su inflazione e taglio dei tassi
Tornando sul tema della disinflazione, la Banca centrale europea prevede che nei prossimi anni si assisterà ad un calo graduale del tasso di inflazione, che giungerà dal 2,4% del 2024 al 2,1 del 2025, all’1,9% del 2026 e fino al 2,1 del 2027. Invece, per quanto riguarda l’inflazione al netto della componente energetica e alimentare, gli esperti della Bce anticipano una media del 2,9% nel 2024, del 2,3% nel 2025 e dell’1,9% nel 2026 e nel 2027.
Il dato interno, invece, resta piuttosto elevato, nonostante una certa flessione. Ciò è causato dal fatto che i prezzi e i salari continuano ad adeguarsi con ritardo all’aumento dell’inflazione. La Bce, in conclusione del suo bollettino, ha ribadito che l’approccio della politica monetaria futura continua a non seguire un percorso predefinito, preferendo basarsi su un approccio fondato sui dati, “secondo il quale le decisioni vengono definitive di volta in volta a ogni riunione“.
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