Morte Ramy Elgaml, pm valutano ipotesi omicidio con dolo eventuale per i carabinieri coinvolti

Caso Ramy, La Procura di Milano valuta l'ipotesi di reato di omicidio volontario con dolo eventuale per uno o più carabinieri coinvolti.

Redazione
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A seguito della diffusione dei materiali audio e video che ricostruiscono le dinamiche dell’ incidente in cui Ramy Elgaml, 19 anni, ha perso la vita il 24 novembre scorso, la Procura di Milano sta valutando di contestare l’ipotesi di reato di omicidio volontario con dolo eventuale a uno o più carabinieri coinvolti.

Ramy è morto sul colpo a seguito dell’impatto dello scooter su cui viaggiava insieme all’amico Fares Bouzidi, 22 anni, mentre scappavano dai carabinieri. I due non si erano fermati al posto di blocco, ed è scattato l’inseguimento durato venti minuti, per un tragitto di 8 km.

Il carabiniere alla guida della volante che ha causato l’incidente è attualmente indagato per omicidio colposo stradale assieme a Bouzidi, che era alla guida del veicolo a due ruote. Per gli altri carabinieri gli inquirenti valutano l’ipotesi di omicidio con dolo eventuale. E’ possibile che l’elenco degli indagati si allunghi, e potrebbe essere contestata anche l’ipotesi di falso per l’annotazione di servizio sui fatti.

I materiali audio e video scatenano le polemiche sulla morte di Ramy. Salis: “comportamenti inaccettabili”, Sardone: “linciaggio mediatico”.

Sulle testimonianze audio e video pubblicate nelle ultime ore si sono scatenate le polemiche. L’eurodeputata Salis ha definito “inaccettabili in un Paese civile” le parole e il comportamento dei militari, e ha aggiunto, in un post su Instagram “Se oggi il caso non può più essere insabbiato, come è già accaduto altre volte in situazioni simili, lo dobbiamo anche alle proteste del quartiere Corvetto, grazie a cui l’opinione pubblica ha iniziato a interessarsi della vicenda” E ha proseguito: “È la gioventù proletaria e meticcia di questi quartieri popolari che ha alzato la voce, rifiutando di essere trattata come una cittadinanza di serie B“.

Di tutt’altro avviso Silvia Serafina Sardone; l’eurodeputata della Lega ha parlato infatti di “linciaggio mediatico di un’intensità indecente”. E aggiunge, sui nuovi materiali emersi: “Il nuovo video dimostra che nella fase finale dell’inseguimento non c’è stato alcun speronamento, come già confermato dall’analisi della Polizia Locale. Quanto alle frasi sentite nell’audio, è evidente che derivano dalla tensione di un’operazione complessa e pericolosa nelle strade di Milano“.

Le registrazioni e le immagini della morte di Ramy raccolte dagli inquirenti

A destare scalpore sono state in modo particolare le registrazioni audio, in cui si sentono le voci dei carabinieri fare dei commenti durante nel corso dell’inseguimento. Prima dello scontro fatale, in cui Ramy è morto sul colpo, l’auto delle forze dell’ordine ha colpito un’altra volta il mezzo a due ruote su cui viaggiavano i due giovani: a seguito di questo primo scontro, dopo il quale la moto non è caduta, dalle registrazioni si sente un agente dire: “vaff… non è caduto“. Una frase simile viene detta durante l’inseguimento: “Chiudilo, chiudilo… no, mer… non è caduto“.

Negli audio si sente anche in modo chiaro che gli agenti si erano resi conto del fatto che Ramy avesse perso il casco durante la corsa. Dopo l’impatto decisivo, che, a quanto sembra dalle immagini delle telecamere comunali sembra dovuto allo speronamento da parte dell’auto dei carabinieri, si sente un agente rispondere: “Bene!” una volta ricevuta la notizia dello scontro dall’altra volante.

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