“Godiamoci il rientro in Italia di Cecilia Sala“, è questo il commento del ministro degli Esteri Antonio Tajani, incalzato dai cronisti sulla possibile liberazione di Mohammed Abedini Najafabadi, l’ingegnere iraniano detenuto nel carcere di Opera, a Milano, su richiesta degli Usa. Negli scorsi giorni si è fatta largo, infatti, l’ipotesi che il caso di Sala e quello di Abedini fossero collegati e che l’arresto della reporter fosse il tentativo dell’Iran di avere una moneta di scambio per ottenere il rilascio del loro cittadino.
“Gli stessi iraniani hanno separato le due cose“, ha dichiarato il ministro degli Esteri, sottolineando poi la soddisfazione per il rilascio della giornalista. “Fin dal primo giorno avevamo visto giusto, abbiamo fatto quello che si poteva e doveva fare per riportare a casa una cittadina italiana, come facemmo con Alessia Piperno“, ha concluso. Ora, però, se il caso Sala sembra risolto nella sua parte più importante, resta da comprendere quale sarà il futuro di Abedini.
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Sembrerebbe che il ministro della Giustizia Carlo Nordio sia giunto a Palazzo Chigi per affrontare la questione, anche se lo stesso ha negato che i motivi dell’incontro siano questi: “Questa è una cosa di cui in questo momento non sto proprio riflettendo“. Il ministro ha infatti sostenuto di voler dare priorità alla legge costituzionale sulla separazione delle carriere e ha poi concluso chiarendo: “Noi abbiamo un trattato di estradizione con gli Usa che viene valutato secondo i parametri giuridici“.
Caso Abedini, ancora parere contrario della Procura su domiciliari
Mohammed Abedini è detenuto a Opera su richiesta degli Usa, che lo accusano di aver cospirato trasportando parti elettroniche da Washington a Teheran per la costruzione dei droni e per aver sostenuto le Guardie della Rivoluzione, un’organizzazione che gli Stati Uniti ritengono a matrice terroristica. L’ingegnere si trova in carcere dallo scorso 16 dicembre e l’Iran continua a chiederne la scarcerazione, in quanto da essi ritenuto un vero e proprio ostaggio degli americani.
Il legale di Abedini ha presentato formale richiesta alla Corte d’appello di Milano per ottenere gli arresti domiciliari per il suo assistito, fornendo anche un domicilio in cui l’ingegnere avrebbe scontato il trattenimento. L’udienza sulla richiestasi svolgerà il prossimo 15 gennaio e per il momento la Procura di Milano, guidata da Francesca Nanni, ha dato due pareri negativi sulla richiesta, che però non sono vincolanti.
A seguito della scarcerazione di Sala, dunque, si fanno più pressanti le possibilità che Abedini venga scarcerato, oppure che venga approvata la sua richiesta dei domiciliari. Gli Usa, però, hanno inviato una nota all’Italia che sottolinea il pericolo di fuga del detenuto, sconsigliando quindi che questo venga rilasciato dal carcere di Opera.
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