“Gli Stati Uniti stanno pagando per il genocidio di Gaza“. Il già capo degli operativi della Cia in Medio Oriente, Robert Baer, non usa mezzi termini quando viene interpellato sugli ultimi avvenimenti che hanno sconvolto gli Stati Uniti d’America. L’errore, dal suo punto di vista, starebbe proprio nel cercare di comprendere se l’attentato di New Orleans e l’esplosione del Cybertruck di Tesla a Las Vegas siano collegati, perché la domanda da porsi è un puro e semplice “perché“.
Gli attentati, gli attacchi, le bombe inesplose, sono tutte conseguenze della guerra che Israele continua a portare avanti contro la Palestina, con il sostegno degli Usa. “Ogni colpo di cannone, ogni bombardamento perpetrato a Gaza sono presupposti per attentati come quello di New Orleans“, ha spiegato Bear, cercando di fare comprendere che ogni singolo musulmano sul pianeta, che sia nato islamico o convertito, si rispecchia nel sacrificio del popolo palestinese.
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Il pericolo, poi, risiede nelle modalità in cui questi attacchi vengono portati avanti. I lupi solitari, ovvero cellule terroristiche che agiscono in autonomia portando a termine attentati senza l’aiuto di nessuno, sono i più difficili da individuare e fermare prima che raggiungano il loro scopo. “Non puoi fare nulla contro di loro – ha infatti spiegato Baer – Sono imprevedibili, fluidi, privi di struttura e per questo è complicato prevenirne le mosse e contrastarne l’azione“.
L’attacco di New Orleans, sconvolgente per la sua brutalità e per le quindici giovanissime vittime che ha causato, potrebbe essere, almeno secondo le parole dell’esperto, solo il primo di una serie di attentati che potrebbero sconvolgere l’Occidente. Gli Stati Uniti, infatti, non solo l’unica realtà che dovrebbe temere questa ipotesi. “Vedo in Europa il rischio di nuovi episodi come questo, di atti singoli ma numericamente importanti“, ha proseguito il già Capo della Cia in Medio Oriente, sottolineando che nel mirino di questi lupi solitari vi sarebbero Paesi sostenitori di Israele. In particolare, la Germania.
Usa, Baer: “L’Isis è stata smantellata, ora è solo un brand“
Robert Baer ha le idee molto chiare e non teme di sembrare troppo duro con le sue parole. Il conflitto in Palestina è la ragione principale degli attentati, eppure, la sua fine potrebbe non risolvere il problema. Ormai, secondo il già Capo della Cia, è anacronistico continuare a parlare di Isis, un’organizzazione che è stata smantellata e che non tornerà alla potenza di un decennio fa. “Adesso è soprattutto un brand, una sorta di marchio che viene utilizzato di comodo da chiunque compia un atto terroistico in nome di una causa“, ha chiarito l’esperto.
Al momento, quindi, la causa è la lotta dei Palestinesi e l’attacco di Capodanno rappresenta “una forma di comunicazione“, ovvero il tentativo di ribadire la necessità che il conflitto si fermi al più presto. Al momento, però, da dove provengono le minacce maggiori? Baer ha rassicurato sull’efficacia dell’intelligence Usa, ma ha anche ribadito la difficoltà di individuare per tempo i lupi solitari. Per quanto riguarda, invece, il timore di alcuni che credono che le minacce provengano dal nuovo governo in Siria, Baer sembra piuttosto scettico.
“Non credo vi siano derive che possano far pensare a una islamizzazione del Paese“, ha spiegato il già Capo della Cia, chiarendo che sembra più probabile che i nuovi leader non abbiano intenzione di aprire a conflitti internazionali, ma che preferiscano dedicarsi a nuovi canali di comunicazione con l’Occidente. “L’impressione è che le sacche di Isis che si trovano in alcune aree del Paese non trovino terreno fertile per una espansione o per la contaminazione con altri gruppi“, ha infatti concluso Baer, ribadendo però che i pericoli spesso giungono da dove meno si guarda.
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