Bergamo, 42enne ucciso per difendere la figlia dal fidanzato

Svolta nel caso di Bergamo: il 42enne è stato ucciso per difendere la figlia, dopo che aveva ferito altri parenti di suo genero

Redazione
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Svolta nel caso accaduto a Bergamo il 28 dicembre, che ha portato alla morte di un 42enne, Roberto Guarrisi. C’era stata una brutta lite tra lui e i parenti del fidanzato della figlia 22enne. Adesso, stando alle prime indagini, sembra che l’uomo sia stato ferito a morte perché era andato a parlare con la famiglia del ragazzo. Infatti la ragazza pare che venisse maltrattata dal fidanzato e dunque lui aveva deciso di trattare l’argomento con i familiari del giovane. Nessuno si sarebbe mai aspettato tale epilogo.

In realtà Guerrisi si era presentato presso l’azienda di famiglia già armato con un coltello. Una volta arrivato lì è stato accerchiato dai parenti del ragazzo e lui, per difendersi, avrebbe ferito al volto sia il padre del giovane, sia il compagno di una giovane parente.

Secondo quanto emerso, Guerrisi avrebbe perso la vita durante un litigio con alcuni parenti del fidanzato di sua figlia, nel tentativo di difenderla dai maltrattamenti a cui era sottoposta dal fidanzato. I carabinieri di Treviglio hanno quindi indagato tutta la notte, ascoltando diversi testimoni del litigio al fine di comprendere chi, nel piazzale di un’azienda della periferia di Pontirolo Nuovo, ha impugnato l’arma per poi sparare al volto del 42enne.

Dopo le prime indagini ha confessato un 58enne, Rocco Modaffari, parente del giovane che, dopo aver visto il suo parente rimasto ferito, avrebbe deciso di sparare un colpo a Guerrisi, ferendolo a morte.

Bergamo, l’omicidio del 42enne

Il caso Guerrisi ha avuto inizio nel primo pomeriggio di ieri, quando, diversi testimoni hanno dichiarato di aver udito il suono di un colpo di pistola provenire in prossimità del tratta dell’ex statale 525 Milano-Bergamo, che attraversa la frazione di Fornasotto. Poco dopo, presso una pensilina dell’autobus è stramazzato a terra un uomo, con una vistosa ferita al viso. Nonostante i tentativi di rianimazione, messi in atto prontamente anche da un parente della vittima che si trovava in quelle zone, per il 42enne non c’è stato nulla da fare.

Gli inquirenti hanno dunque dato avvio immediato alle indagini per comprendere in che modo Guerrisi potesse essersi procurato una ferita del genere. Sembrerebbe che alcuni testimoni abbiano riferito di una lite nel vicino capannone della ditta di autonoleggio, a cui avrebbero partecipato 6 o 7 persone. Nel corso del litigio, dunque, uno dei presenti avrebbe sparato a Guerrisi, il quale ha tentato di fuggire, per poi morire a causa delle gravi ferite riportate.

Secondo quanto raccolto dagli inquirenti, quindi, il litigio sarebbe scaturito dal rapporto tra la figlia della vittima e il nipote di uno dei presenti. Entrambe le famiglie sono di origine calabrese e sembrerebbe che Guerrisi si sia recato nel capannone proprio per discutere della situazione riguardante una delle sue figlie. Al momento non si hanno certezze sull’arma del delitto, che gli inquirenti continuano a cercare.

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