L’assoluzione di Matteo Salvini, vicepremier leghista e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, nel processo Open Arms ha aperto una nuova saga nello scontro tra politica e magistratura, riaccendendo gli animi di chi, ormai da anni, decanta la necessità di una riforma della Giustizia che comporti la separazione delle carriere. Il Guardasigilli Carlo Nordio non mostra tentennamenti o indecisione nell’intervista rilasciata a Il Messaggero, ma dichiara con una certa fermezza la necessità di portare avanti questo progetto, per evitare che situazioni come quelle vissute da Salvini possano riproporsi.
Lo stesso ministro dei Trasporti, ieri, nel corso di un incontro con i cronisti a Roma, ha rilanciato la riforma della Giustizia, di fatto sottolineandone l’urgenza e l’utilità. Carlo Nordio, dunque, è pronto ad affrontare una delle sue ultime fatiche, nella consapevolezza di voler portare alla popolazione italiana un cambio di passo che sembrerebbe sempre più indispensabile. “Questa è la riforma Nordio-Meloni, e lo rivendico“, ha sottolineato il Guardasigilli, incalzato sulla possibilità che il provvedimento sia figlio di idee altrui, per poi ricordare come il Presidente del Consiglio lo abbia scelto proprio per teorizzare questo testo.
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Tornando al caso Open Arms, Nordio conferma di aver sempre avuto un’opinione ben chiara sul processo in corso da ormai tre anni e di aver visto nell’assoluzione del suo collega una serie di segnali che per la giustizia italiana sono utilissimi. Tra i più importanti, però, ne figurano due: il primo è che “in Italia la stragrande maggioranza dei magistrati sono preparati e coraggiosi e applicano la legge a prescindere dalle loro idee politiche“; la seconda è che nel processo avrebbe dovuto essere coinvolto anche Giuseppe Conte, l’allora Presidente del Consiglio, come “concorrente in base all’articolo 40 2 comma del codice penale“.
Nordio: “Questo processo non avrebbe dovuto iniziare“
Nel corso dell’intervista, poi, il ministro della Giustizia non ha avuto problemi a confermare che dal suo punto di vista i tre anni del processo Open Arms non avrebbero dovuto vedere la luce del sole. “Questo processo, fondato sul nulla, non si sarebbe dovuto iniziare“, ha infatti sostenuto Nordio, sottolineando poi come l’unico aspetto positivo di questo caso giudiziario riguardi la presa di consapevolezza sui pericoli che le accuse penali portano con loro.
“Bisognerà pur pensare a risarcire le persone che finiscono sulla graticola giudiziaria – ha infatti sostenuto il Guardasigilli – perdendo la salute, i risparmi, e magari il posto di lavoro“. Secondo Nordio, questa situazione verrebbe a crearsi quanto i pm non riflettono sulle conseguenze delle loro iniziative. Anche in vista di questa problematica, il ministro ha intenzione di accelerare i tempi della riforma, che egli stesso definisce “un principio che adottano tutti i Paesi del mondo, che garantisce la terzietà del giudizio“, con l’obiettivo di concludere l’iter nella prima metà del 2025.
Il ministro ha infatti annunciato di voler procedere con la prima lettura in Parlamento entro l’estate, con il primo sì alla Camera tra gennaio e febbraio e poi il passaggio al Senato. Nordio, poi, riconosce la possibilità, sempre più certa, che in Parlamento non si riesca ad ottenere l’approvazione e auspica che il referendum confermativo, quindi senza quorum, porti con sé i risultati sperati. “Questa riforma è sicuramente quella che ha più possibilità di arrivare in fondo e nei tempi più rapidi“, ha poi aggiunto Nordio, dimostrando le enormi speranze riposte in questo provvedimento.
Trattando poi della possibile reazione dei magistrati, che hanno già promesso una movimentazione contro “i pericoli della riforma della Giustizia“, Nordio non cerca giri di parole e sostiene che uno sciopero contro una decisione del governo sarebbe “di una gravità inaudita“. Il Guardasigilli, poi, ricorda di non aver mai scioperato nel corso della sua vita e sostiene che secondo il suo punto di vista tale protesta sarebbe infondata, in quanto “non è un colpo di Stato pensare di varare una riforma costituzionale secondo le procedure fissate della stessa Costituzione“.
Interrogato sul suo futuro dopo che le varie riforme dell’esecutivo Meloni, Nordio assume un’aria più tranquilla, sostenendo di attendere con ansia questo momento, ovvero quando finalmente si sentirà “degno” e potrà ringraziare Giorgia Meloni per la fiducia accordatagli. “Quando avrò portato a termine queste riforme potrò tornare alla mia vita da gentiluomo a riposo“, conferma Nordio, per poi aggiungere: “E no, non proseguirò nella politica“.
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