La manovra finanziaria ha ottenuto il via libera della Camera con 204 voti favorevoli, come previsto a seguito dell’Ok al voto di fiducia che la stessa Aula ha approvato questa mattina. Il primo reale passo in avanti del testo che, anche quest’anno, rischia di essere approvato definitivamente in extremis. Il piano del governo prevede, quindi, che l’approvazione del Senato arrivi il prossimo lunedì 23 dicembre e che il via libera definitivo arrivi il 28, pochi giorni prima della conclusione del 2024.
Nonostante l’iter sia ormai giunto agli sgoccioli, continuano a nascere e crescere malumori sia tra maggioranza e opposizioni, così come all’interno dello stesso centrodestra. La seduta di ieri, alla Camera, è stata infatti carica di tensioni e discussioni, in primis sulla Nota di variazione sul bilancio. Secondo quanto riportato dalla relatrice di minoranza della manovra, la democratica Cecilia Guerra, questa comunicazione metterebbe in rilievo un miglioramento dei saldi, con parte dei fondi derivanti da una “sovracopertura“.
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Sembrerebbe, però, che nella stessa nota non sia dato conto di questa somma e non ne venga neanche specificato l’utilizzo. Proprio per questo, le opposizioni avrebbero quindi richiesto una specifica della nota, per evitare di “operare contra legem e con un atto violento contro le regole contabili“. Il governo però non è intervenuto e si è comunque proceduto alla votazione, che ha poi portato all’approvazione della nota di variazione. Per quanto riguarda, invece, i litigi interni alla maggioranza, anche stavolta Forza Italia e Lega si sono ritrovate su due posizioni contrapposte.
Manovra, i punti di scontro tra Lega e FI
Se Antonio Tajani ha mostrato solidarietà a Matteo Salvini sul caso Open Arms, in Aula alla Camera la situazione sembra ben diversa. Lo scontro riguarda, stavolta, una proposta di modifica del Pd che chiede di reinserire le multe per i cittadini no-vax. Ben sette deputati forzisti si sono smarcati dal voto contrario del governo, decidendo di votare a favore della proposta. Uno smacco contro la proposta della Lega, approvata nel Milleproroghe, di eliminare definitivamente ogni tipo di sanzione contro coloro che non hanno assolto all’obbligo vaccinale nel corso del periodo della pandemia da Covid-19.
La mossa dei forzisti sarebbe quindi un preludio di quanto potrebbe accadere in Senato, quando la proposta contenuta nel Milleproroghe vi arriverà. La possibilità, quindi, infuria la Lega, che si trova a dover confrontarsi con avversari anche all’interno della loro stessa coalizione di governo. Il Carroccio, però, si è trovato a remare contro al centrodestra anche per quanto riguarda la cosiddetta norma anti-Renzi inserita nella Legge di bilancio. I leghisti avrebbero infatti presentato ieri un ordine del giorno per chiedere l’eliminazione della norma, in quanto ritenuta troppo rigida e limitante per coloro che svolgono regolari impieghi all’estero.
Dopo ore di contestazioni, l’emendamento è stato ritirato. Ma anche in questo caso, più che la riuscita dello strappo, conta il significato che questo porta con sé. Dopo la pausa di Natale, quindi, è possibile che gli scontri tra le forze di maggioranza continuino senza interruzioni. Da un lato, infatti, c’è Forza Italia che ha promesso nuove battaglie per ottenere l’ulteriore taglio dell’Irpef dal 35% al 33% per il secondo scaglione, con un allargamento della platea di coloro che ne possono usufruire; dall’altro, la Lega ha già annunciato di voler insistere ancora per inserire nella Legge una rottamazione Quater, da utilizzare al posto del fallimentare concordato preventivo.
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