Predoni e vergini stupefatte

Maurizio Bianconi
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Quando nel 2008 scoppiò la grande crisi finanziaria, il mondo fu preso di sorpresa. Nessuno l’aveva prevista, eccetto un economista, trattato come lo scemo del villaggio e completamente ignorato.

Eravamo andati a dormire a cavallo della tigre della finanza invincibile e ci svegliammo increduli con una mano davanti e una di dietro.

Il 7 ottobre 2001 Usa e britannici dettero avvio alla guerra in Afghanistan. Dopo 20 anni, in un contesto di accordi e di garanzie, tali che l’opinione pubblica mondiale avesse la sensazione di una positiva conclusione dell’avventura statunitense e della coalizione Nato, gli occidentali si ritirarono.

Senza che nessuno lo avesse previsto in pochi giorni andò tutto a rotoli. Non era ancora uscito dai confini l’ultimo soldato alleato che in quattro e quattr’otto i talebani fecero i talebani, occuparono il paese e giustiziarono i filoccidentali abbandonati alle vendette più turpi e tutto tornò come prima.

Un altro 7 ottobre (coincidenza?) 22 anni dopo, Hamas iniziò la guerra di Gaza sorprendendo tutti, Mossad compreso.

Mentre il Medio Oriente è in fiamme la Siria di Assad non entrava nei bollettini delle emergenze. Là tutto scorreva nell’orrenda normalità di un paese a brandelli nelle mani di un criminale al quale si oppongono una masnada di terroristi e estremisti con il territorio palestra bellica di potenze e di nazioni ambiziose.

Poi nel dicembre di quest’anno con una fiammata inaspettata in un battibaleno tutto muta, Assad in fuga e cambio di sanguinari al potere.

Nessuno l’aveva predetto, nessuno se l’aspettava.

Per integrare il sommario di eventi stravolgenti inaspettati non si può omettere, anche senza dar fiato alle teorie complottiste, l’11 settembre 2001. Per quanto si fosse rivelato approssimato, evitabile e riconoscibile, l’attentato si scaraventò improvviso in un mondo che a tutto pensava meno che a aerei civili trasformati in kamikaze che si abbattessero sul Pentagono e sulle Torri Gemelle.

Questi eventi vanno collegati sotto il comune denominatore della subitaneità, dell’imprevedibilità, della loro posizione assunta nel corso degli accadimenti.

L’unico fatto della stessa natura fuori dalla stringa comune è stata la guerra russo-ucraina, tanto attesa che i bookmakers accettavano scommesse sulla data di inizio.

La prima che svetta fra le spiegazioni plausibili è che nella realtà i servizi d’informazione, le tanto decantate agenzie di spionaggio, i disegnatori infallibili di scenari geopolitici, siano in realtà molto meno efficienti della loro fama. E parimenti i professori, i realizzatori dei destini economici di miliardi di persone.

Potrebbe anche essere che i padroni del mondo informino i sudditi a comando e a piacimento o meglio secondo l’utile loro.

Diversamente, quando è funzionale si informa con la grancassa. Certo è che il susseguirsi negli snodi topici di svolte impreviste non è coincidenza.

Fa riflettere la circostanza che a ogni evento sono seguite speculazioni e utili per pochi o pochissimi e svolte peggiorative della situazione per i cittadini.

Potrebbe giocare un ruolo anche la tecnica abusata dalla postdemocrazia finanziaria di tenere i sudditi in fibrillazione permanente, in perenne tensione per ciò che all’improvviso potrebbe accadere e ciò che accade.

Tutte supposizioni e altre se ne potrebbero aggiungere.

Rimane il fatto oggettivo della sconoscenza/conoscenza, subitaneità/previsione degli eventi e che comunque il loro dipanarsi e il loro pronostico escono dalla generale disponibilità.

Riflessione che ciascuno dovrebbe fare fuori e dentro gli ambiti di potere e giungere per altro verso alla conclusione che qui viene da molti perorata: tutti insieme… d’accordo, ma chi si autorganizza e trae le proprie conoscenze e conclusioni nelle proprie stanze e per il proprio interesse nazionale compie un atto dovuto e di legittima difesa. Forse senza effetto, ma l’unico possibile.

Chi si riserva una via nazionale agli eventi fa il meglio che può per sottrarsi al destino di parco buoi da macello, portati al mattatoio da predoni travisati da buoni pastori come quelle donne esperte che si fingevano vergini stupefatte, stupite, incredule.

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