Ucraina, il 2025 sarà l’anno del cessate il fuoco? Tajani frena sui peacekeeper: “È prematuro”

L'Unione europea inizia a prepararsi in vista del primo Consiglio europeo da quando la commissione Von der Leyen bis è entrata in vigore, con l'obiettivo di studiare una posizione unitaria da adottare sul tema del conflitto russo-ucraino

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Volodymyr Zelensky ha ammesso, con una certa amarezza, che il Donbass e la Crimea sono territori che l’Ucraina al momento non ha le forze per recuperare e che quindi molto probabilmente resteranno a lungo, se non per sempre, sotto il giogo russo. Il leader di Kiev lo ha confessato nel corso di una lunga intervista alla testata francese Le Parisien, che è apparsa come l’apertura da parte ucraina alle trattative per la conclusione definitiva del conflitto. Un primo passo in avanti che potrebbe realmente rendere il 2025 l’anno decisivo per il cessate il fuoco, sempre tenendo in considerazione la possibile posizione di Vladimir Putin.

Intanto, però, l’Unione europea inizia a prepararsi in vista del primo Consiglio europeo da quando la commissione Von der Leyen bis è entrata in vigore e da quando la pace in Ucraina sembra effettivamente un obiettivo raggiungibile. La presidente europea ha però ricordato, con una certa fermezza, che è impossibile parlare di pace in assenza dei due diretti interessati. Così, nel corso di una cena informale in casa del segretario generale della Nato, Mark Rutte, il fulcro della questione è stata proprio la presenza del leader di Kiev.

Mark Rutte, Nato
Mark Rutte, segretario generale della Nato

Giorgia Meloni, Olaf Scholz, il ministro degli Esteri francese, quello inglese e quello polacco si sono quindi incontrati in anticipo rispetto agli altri partecipanti del Consiglio europeo. L’obiettivo Ue sarebbe quello di presentarsi con una posizione unitaria e senza per scontato la soluzione negoziale, che ovviamente potrebbe indebolire la posizione di Kiev.

Putin potrebbe quindi approfittare di questa possibilità e della consapevolezza che da parte degli Usa c’è la volontà di porre fine al conflitto il prima possibile. Proprio per questo, Ursula Von der Leyen sottolinea la necessità di “continuare a sostenere gli ucraini“, affinché questi non siano abbandonati di fronte a condizioni per nulla ottimale e soprattutto costretti a cedere parti di territorio più ampie di quanto preventivato.

Ucraina, la cena tra Rutte e Trump a Mar-a-Lago

Un vertice piuttosto influente si è svolto a sole due settimane dall’elezione di Donald Trump, nella sua residenza di Mar-a-Lago, dove è stato avvistato il segretario della Nato Mark Rutte. Su quanto discusso nel corso dell’incontro vige la massima riservatezza ma sembrerebbe che i due abbiano ovviamente affrontato il tema della guerra russo-ucraina e delle conseguenze che un cessate il fuoco definitivo potrebbe portare con sé.

Si ipotizza, inoltre, che Trump possa aver messo alle strette il segretario della Nato per scoprire quali sono le reali intenzioni dell’Ue per quanto riguarda l’invio di uomini in territorio ucraino. Se fino ad ora quasi ogni Stato membro dell’Unione ha rifiutato la possibilità di inviare i propri soldati a combattere, ora si fa sempre più strada la possibilità di dover inviare truppe di pace per garantire il rispetto degli accordi che verranno presi tra Mosca e Kiev. Sulla questione si è poi espresso il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sottolineando come ora sia “prematuro” prendere in considerazione l’invio di peacekeeper a Kiev.

Ucraina, Meloni ribadisce il sostegno italiano a Kiev

Dall’inizio della guerra l’Italia è rimasta ferma sulle sue posizioni e anche in questo momento di pura anticipazione, in cui non è chiaro quanto ancora possa andare avanti il conflitto, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ribadito il sostegno italiano alla causa di Kiev. Già il prossimo lunedì, infatti, Palazzo Chigi approverà un nuovo decreto con cui garantire forniture militare a Kiev per tutto il 2025, nella speranza che questo possa essere uno degli ultimi in vista dei negoziati.

Proprio in considerazioni delle grandi speranze che si iniziano a nutrire sulla conclusione del conflitto, il premier Meloni ha insistito affinché le conclusioni del Consiglio europeo si concentrino proprio sul tema della ricostruzione dell’Ucraina, così da anticipare la Conferenza di Roma sull’argomento che si terrà i prossimi 10 e 11 luglio.

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