Crisi dell’auto, Orsini: “Chiediamo con forza il nucleare, rimetterà al centro l’industria”

Il presidente di Confindustria ha poi mostrato la sua soddisfazione per i contenuti presenti nella Legge di bilancio 2025 a favore delle industrie italiane, in particolare per quanto riguarda l'Ires premiale e la rimozione dell'obbligo dei revisori del Mef all'interno delle aziende che percepiscono contributi pubblici

Redazione
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Ires premiale, taglio del costo dell’energia grazie all’utilizzo del nucleare ed eliminazione delle sanzioni dal 1 gennaio 2025, sono questi i temi principali affrontati dal presidente di Confindustria Emanuele Orsini, nel corso del suo intervento alla conferenza nazionale dell’export e dell’internazionalizzazione delle imprese presso l’università Bocconi di Milano. Un incontro che il titolare dell’associazione per le imprese ha sfruttato per ringraziare il governo Meloni per le norme inserite all’interno della manovra a favore delle aziende italiane, che affrontano ad oggi un duro momento di crisi.

Apprezzo molto il sostegno dato in questa legge di Bilancio agli imprenditori, a partire dal tema dell’Ires premiale, che per noi era centrale, ma soprattutto alla modifica migliorativa dell’articolo 112 che per noi era un’ingiustizia“, ha dichiarato il presidente di Confindustria. Quest’ultimo ha poi sottolineato la soddisfazione per la rimozione in manovra dell’obbligo dei revisori del Mef all’interno delle società che percepiscono contributi pubblici. Orsini ha infatti evidenziato l’importanza per il nostro Paese di saper attrarre le imprese del mondo sul nostro territorio, anche tramite l’aumento al 20% dell’Ires premiale per chi investe gli utili delle aziende.

Il presidente di Confindustria Emanuele Orsini
Il presidente di Confindustria Emanuele Orsini

Il presidente ha poi sottolineato come sia necessario riflettere sulle conseguenze che le sanzioni che dal 1 gennaio 2025 comporteranno al settore dell’automotive. “Quello è il tappo, che blocca“, ha dichiarato Orsini, sottolineando quindi come le scelte della precedente commissione Ue abbiano messo in grave difficoltà le imprese italiane e come debbano essere rimosse. “Sappiamo benissimo che il primo settore di produzione europeo, al primo posto, sono i veicoli. Qual è quell’industriale che toglie il suo primo prodotto dalla propria gamma?“, si chiede il presidente di Confindustria, per poi sostenere “è una pazzia“.

Orsini: “Oggi serve un mercato unico dell’energia

Il presidente ha poi ricordato le tappe da compiere per risollevare un settore che al momento fatica ad emergere dalle secche. “Abbiamo bisogno di un mercato unico dell’energia“, ha dichiarato Orsini, evidenziando però come l’Italia abbia un fardello in più da sopportare, ovvero quello del prezzo maggiorato dell’energia, rispetto ad altri Paesi membri. “Ma quanto noi potremmo essere più competitivi anche negli investimenti, se avessimo lo stesso costo dell’energia degli altri?“, mette in luce il presidente, sottolineando come l’utilizzo del nucleare possa essere la risposta a questo problema, in quanto “rimetterà al centro l’industria“.

Orsini ricorda quindi la necessità di una nuova politica energetica, che salvaguardi il Know how dei Paesi Ue e che rimetta al centro la neutralità tecnologica al fine di garantire un futuro al settore dell’automotive. Un aspetto da non trascurare è il ruolo che le nuove politiche economiche statunitensi potranno giocare all’interno dell’Unione europea. I dazi promessi da Donald Trump, infatti, potrebbero trasformarsi in un problema piuttosto gravoso per le industrie Ue, che esportano 626 miliardi di prodotto. In questo senso, quindi, per Orsini è impensabile avere interscambi negativi“.

La soluzione risiede, quindi, nell’apertura di negoziati con gli Stati Uniti, affinché vengano mantenute le quote di interscambio, e nel miglioramento della competitività dell’Unione. “Sappiamo però che gli Stati Uniti sono cresciuti dal 2010 a oggi del 37,5% e l’Europa solo del 21,5%, quindi c’è un grande gap“, ha ricordato il titolare di Confindustria, evidenziando come gli Usa siano il secondo mercato delle esportazioni Ue.

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