Il “treno della storia” non si ferma due volte. Con queste parole, Jean-Philippe Imparato, responsabile europeo del gruppo Stellantis, ha presentato ieri al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) un piano industriale che punta a rilanciare la produzione italiana dell’automotive. Un treno da 2 miliardi di euro di investimenti solo nel 2025, un incremento di 6 miliardi negli acquisti da fornitori italiani e un obiettivo ambizioso: una crescita produttiva del 50% entro il 2026.
Imparato ha assicurato che tutti gli stabilimenti italiani rimarranno attivi, pur avvertendo che il 2025 sarà un anno “duro e tosto”. La particolarità del piano? Nessun aiuto pubblico, ha sottolineato il manager: “Tutti gli investimenti saranno finanziati con risorse proprie del gruppo”. Un segnale forte, che ribadisce il ruolo di Stellantis come il più grande investitore industriale in Italia, con 10 miliardi di investimenti tra il 2021 e il 2025, cifra che sale a 40 miliardi includendo gli acquisti dai fornitori.
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I punti chiave del Piano Italia
Tra le strategie illustrate, una delle chiavi di volta è l’apertura all’ibrido, accanto alla produzione elettrica, per garantire maggiore flessibilità e volumi produttivi. Torino resterà centrale: dal 2025 verrà avviata la produzione ibrida della Fiat 500 attuale, mentre la nuova generazione della 500 è confermata fino al 2032-2033. Anche a Melfi, i modelli previsti saranno sia elettrici che ibridi, con l’obiettivo di triplicare i volumi produttivi.
Novità significative anche a Pomigliano d’Arco, dove accanto all’attuale Panda, che proseguirà fino al 2030, si affiancherà un modello di nuova generazione. Dal 2028, inoltre, lo stabilimento campano ospiterà la nuova piattaforma STLA Small, su cui saranno prodotti almeno due nuovi modelli compatti.
Il governo e i sindacati: tra speranze e cautele
La presentazione del piano si è svolta alla presenza del ministro delle Imprese Adolfo Urso, del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e della ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone. Il governo ha ribadito il proprio impegno verso il settore automotive, destinando 1,6 miliardi di euro nel triennio 2025-2027. Solo nel 2025 sono previsti 1,1 miliardi di euro, con risorse che finanzieranno contratti di sviluppo e innovazione, ma non l’ecobonus o la cassa integrazione.
“Il tempo è venuto per noi di fare squadra con l’Italia e affrontare sfide esistenziali spesso sottovalutate in Europa”, ha dichiarato Imparato. Dal canto suo, Urso ha definito il piano “un segnale di risposta concreto alle nostre istanze”.
Sindacati divisi tra prudenza e apertura
I sindacati, però, mantengono una posizione prudente. La Uilm ha sottolineato: “Gli annunci non risolvono le preoccupazioni sul futuro. Fino a quando le parole non si tradurranno in fatti concreti, la vertenza non sarà chiusa”. Più ottimista la Fim-Cisl, che ha evidenziato “un cambio di passo e nuovi investimenti che danno speranza”.
Il piano di Stellantis rappresenta una scommessa sul futuro dell’industria automobilistica italiana: un progetto che punta a modernizzare la produzione, mantenere gli stabilimenti aperti e garantire posti di lavoro. Il treno della storia, come lo ha definito Imparato, è partito. Ora la sfida è farlo arrivare a destinazione.
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