Omicidio Martina Scialdone, chiesto l’ergastolo per l’ex: quali sono le aggravanti contestate

Costantino Bonaiuti, 61enne, è accusato di aver ucciso l'ex, Martina Scialdone di 32 anni: ora è stato chiesto l'ergastolo

Redazione
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A poco meno di un anno dall’omicidio di Martina Scialdone, il processo che vede imputato l’ex compagno Costantino Bonaiuti è giunto ad una svolta. L’accusa avrebbe infatti chiesto l’ergastolo per il sospettato, che, secondo quanto ricostruito, avrebbe ucciso la donna in quanto non pronto ad accettare la sua decisione di porre fine alla loro relazione. La donna avrebbe infatti lasciato Bonaiuti per iniziare una nuova relazione con un altro uomo.

L’accusa avrebbe riconosciuto a Bonaiuti l’aggravante della premeditazione e del legame affettivo, ma anche per porto abusivo di arma. La pm ha spiegato: “Ciò che ha fatto deragliare Bonaiuti è stata la volontà della donna di essere libera e di avere un’altra relazione“.

L’omicidio di Martina Scialdone

La donna è stata uccisa in un ristorante in via Amelia, a Roma, il 13 gennaio 2023. L’omicidio avvenne davanti al fratello della vittima che era corso sul posto dopo una sua telefonata in cui sembrava molto spaventata. “Quello fra Martina e Bonaiuti era un rapporto molto tormentato, in lei c’era grande confusione, decide di lasciarlo ma non ce la fa a dare un taglio netto“, ha spiegato la pm in aula.

Pare che Bonaiuti l’avesse aspettata fuori dal ristorante in cui si trovava e lì abbia deciso di mettere fine alla vita della sua ex a colpi di pistola, non accettando che lei potesse ricostruire con un altro uomo. “Martina è incorsa nell’errore che fanno molte donne di non riuscire a troncare una relazione e di accettare di andare all’ultimo appuntamento che le è stato fatale“, ha continuato la pm.

Martina Scialdone e gli aggravanti imputati a Bonaiuti

Portando con sé l’arma sul luogo dell’appuntamento essendo consapevole della volontà di interrompere definitivamente la relazione controllandone gli spostamenti grazie all’installazione clandestina di un dispositivo gps collegandolo al suo cellulare“, ha detto la pm.

Dunque, ora è stata chiesta per il 61enne la condanna all’ergastolo, in attesa della risposta da parte della difesa, ma, a sostegno della Scialdone c’è un testimone importante: il fratello. “Nel momento in cui sono riuscito a dividerli lui ha tirato fuori la pistola e ha sparato“, ha infatti raccontato.

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