Roma, in 50mila contro il decreto sicurezza: petardi danneggiano vetrina Carrefour

"Siamo qui finché questo ddl non verrà stracciato. C'è ancora domani" si esprime così il corteo indetto dalla rete "A pieno regime", che arriverà a Piazza del Popolo e cui hanno aderito Cgil, Anpi, Arci, Avs, Pd, M5s, Rifondazione, le realtà dei centri sociali da tutta Italia, movimenti per i migranti

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No al ddl Sicurezza“, si legge tra gli striscioni svolazzanti che da Piazzale del Verano accompagnano la manifestazione contro il decreto legge Sicurezza, che vede il coinvolgimento di studenti, sindacati, associazioni e reti sociali territoriali. Nello specifico, hanno aderito Cgil, Anpi, Arci, Avs, Pd, M5s, Rifondazione, le realtà dei centri sociali da tutta Italia, movimenti per i migranti, come la rete No Cpr, i movimenti per la Casa, gli ambientalisti, gli antiproibizionisti, compresa la filiera produttiva della cannabis light, Libera dalle mafie, le realtà Lgbt+, la rete Disability pride, reti civiche, i collettivi universitari e sindacati e associazioni studentesche medie e universitarie.

Il corteo, che arriverà a piazza del Popolo, è stato indetto in denuncia alla “dittatura senza democrazia, senza libertà, senza sicurezza“, alludendo al fascismo che ha scatenato quindi la “resistenza” al “ddl paura. Ad aprire le danze, il camion degli organizzatori che dichiarano: “Non ci arrendiamo questo è solo il primo passo“. La manifestazione promossa dalla Rete nazionale no a ddl Sicurezza, prevede diverse azioni comunicative sulle tematiche legate al provvedimento, definito come un “grave attacco ai diritti, alla democrazia e alla libertà di espressione“. Sembrerebbe che alcuni studenti pro-pal, nel corso del corteo abbiano lanciato petardi contro un punto vendita Carrefour di viale Regina Margherita, danneggiandone la vetrina. Su uno dei muri sarebbe anche stata scritta la parola “assassini“.

In testa al corteo si staglia una gigantografia che immortala un bacio tra la premier Giorgia Meloni e Benito Mussolini. Inoltre, tra gli slogan emerge anche il più forte che cita: “Arrestateci tutti. Si scrive sicurezza si legge repressione“. Infatti, stando a quanto spiegato da Tommaso Fogli, dell’Unione Giovani di sinistra, la manifestazione è indetta per “difendere la nostra democrazia già debole e in crisi da un progetto governativo che porta vicini a modelli autoritari come quelli dell’Ungheria e che ha l’obiettivo di restringere lo spazio democratico e costringere all’indifferenza le realtà e i movimenti sociali“.

Tanta è la volontà di cambiare il decreto reputato come un modo per “trasformare il Paese in una prigione a cielo aperto contro chi in parlamento bacia rosari e fa affondare le navi“. I manifestanti vogliono denunciare un Governo che “parla di patria e svende il patrimonio pubblico industriale“, “vuole impaurire” e questo ddl rappresenta un concreto “attacco frontale ai pilastri della democrazia” che “criminalizza e punisce il dissenso“.

La manifestazione è “il risultato di tre mesi di lavoro su tutta la rete nazionale, con l’adesione di più di 250 realtà” interviene così anche Simona Biffignandi di A pieno regime, dichiarando che “il ddl Sicurezza sta provando a limitare ogni tipo di  insorgenza sociale o di attività sociale“. La motivazione di fondo del corteo, “è dimostrare che questa cosa sta crescendo, così come cresce il livello di repressione – continua Biffignandi – La nostra sicurezza è stare qui oggi per impedire che questo ddl diventi legge“.

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