Manovra 2025, dal ritorno della norma anti-Renzi all’aumento degli stipendi per i ministri: tutte le novità

La commissione Bilancio si è posta l'obiettivo di chiudere i lavori nei weekend, ma sono molti i punti della manovra che starebbero creando sconcerto nelle opposizioni; si discute infatti di una possibile equiparazione degli stipendi dei ministri non eletti e con quelli dei ministri con un ruolo in Parlamento; inoltre l'esecutivo vorrebbe vietare gli incarichi retribuiti fuori dall'Unione europea per i componenti del governo e i parlamentari, europarlamentari e governatori

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Lo sprint finale sulla manovra finanziaria per il 2025 è ufficialmente iniziato. L’obiettivo della commissione Bilancio della Camera era quello di riuscire a chiudere i lavori nel weekend, così da poter avere la Legge di bilancio completa entro i termini richiesti, con abbastanza tempo per riflettere adeguatamente sulle norme che in essa saranno contenute. Le polemiche, però, non si sono fatte attendere e le prime notizie riguardanti le decisioni della commissione avrebbero scatenato già le prime proteste. Così, l’approdo del testo in Aula è stato costretto a slittare, visto che il nuovo calendario prevede la discussione generale sulla manovra per lunedì alle 15.

Secondo quanto si apprende, sarebbero due i punti più divisivi. Da un lato, la commissione sarebbe al lavoro su una proposta di modifica finalizzata all’aumento dello stipendio dei ministri non parlamentari, che potrebbe essere equiparato a quello dei loro colleghi che hanno anche un seggio in Parlamento; dall’altro l’esecutivo sarebbe al lavoro su una nuova norma-anti Renzi, addirittura più rigida di quella presentata in un emendamento da Fratelli d’Italia. La Commissione è stata dunque aggiornata a martedì per permettere una seduta notturna per l’esame delle modifiche e il voto sul mandato al relatore. Si prevede, dunque, che il lavoro possa terminare martedì, per questo è stata convocata una nuova conferenza dei capigruppo per lunedì al fine di stilare un nuovo calendario d’Aula.

Tra le novità in discussione, inoltre, vi sarebbe il prelievo sulle scommesse online al fine di finanziare le infrastrutture sportive, comprese le ristrutturazioni degli stadi. I fondi necessari per opere di sviluppo ed edilizia urbana e infrastrutture dei Comuni potrebbero invece essere trovate grazie ad un aumento, di soli 50 centesimi, dell’addizionale comunale sui diritti di imbarco dei passeggeri per voli extra-Ue. La norma farebbe riferimento ai biglietti riferiti ai sei scali italiani con un traffico aereo superiore a 10 milioni di passeggeri l’anno e che porterebbe ad un gettito stimato di 5,33 milioni per il 2025 e di 8 milioni per il 2026.

Manovra, il nodo sui guadagni di ministri e parlamentari

Fa discutere la proposta dei partiti di maggioranza che propone l’equiparazione degli stipendi dei ministri e dei sottosegretari non parlamentari e di quelli con un ruolo al Senato o alla Camera, a causa dei costi che tale possibilità porterebbe con sé. La novità, infatti innalzerebbe vertiginosamente lo stipendio dei ministri che ad oggi percepiscono un salario base di 5mila euro, a cui si aggiungono 3500 euro ogni volta che questi restano fuori da Roma per più di 15 giorni al mese. Questo vincolo non sarebbe esteso invece ai Parlamentari, che beneficiano anche di agevolazioni sui viaggi.

Queste stesse possibilità, quindi, verrebbero estese anche ai ministri, generando un onere che secondo le stime degli esperti sarebbe pari a 1,3 milioni di euro a partire dal 2025. L’emendamento su una nuova norma anti Renzi ha invece indispettito Italia Viva, che è intervenuta sottolineando che questa proposta “dal vago sentore sovietico, dà il segno dell’aggressione ad personam che addirittura il Presidente del Senato consigliava di evitare“.

Il leader di Italia Viva Matteo Renzi
Il leader di Italia Viva Matteo Renzi

Secondo quanto annunciato, sembrerebbe che la commissione stia prendendo in considerazione un emendamento che prevede il divieto di incarichi retribuiti fuori dall’Unione europea per i componenti del governo e i parlamentari, europarlamentari e governatori. Secondo la proposta di modifica, sembrerebbe che nel caso in cui questi soggetti decidessero di non rispettare la norma, sarebbero previsti il versamento delle somme percepite all’Erario e, in caso questo non avvenga, una multa di pari importo.

Manovra, flop per la seconda tranche del concordato preventivo

Mentre l’analisi degli emendamenti alla Legge di bilancio prosegue senza particolari ostacoli, si inizia a tirare le somme dei risultati ottenuti dalla seconda tranche del concordato preventivo, fortemente voluto da Forza Italia. I termini per l’iscrizione sono scaduti giovedì e già ieri sono giunti i primi dati sulle adesioni. Sembrerebbe che il risultato di questa seconda fase sia stato molto meno influente di quanto previsto.

Secondo quanto dichiarato dai commercialisti, al 12 dicembre avrebbero aderito meno di 750mila lavoratori autonomi, tanto da far considerare il risultato una sorta di fallimento. I piani per il taglio dell’Irpef, che secondo Antonio Tajani sarebbe stato possibile proprio grazie al gettito garantito dal concordato, sembrerebbero sfumare sempre di più. Si ipotizza, quindi, che il guadagno finale ottenuto dai due concordati non sarà di molto superiore alla stima di 1,3 miliardi che aveva iniziato a circolare a seguito della prima tranche.

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