Angela Merkel ricorda Berlusconi: “Non sono stata io a farlo cadere”

Un episodio che, a distanza di anni, continua a far discutere, ma che l’ex cancelliera ha voluto chiarire con ironia: “Le cose non funzionano così. Certo, non eravamo soddisfatti delle riforme di Silvio Berlusconi, ma la stampa ha esagerato”

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“Non sono stata io a farlo cadere”: con questa frase Angela Merkel ha risposto alla domanda sulla famosa risata scambiata con Nicolas Sarkozy ai danni di Silvio Berlusconi, durante un vertice europeo. Un episodio che, a distanza di anni, continua a far discutere, ma che l’ex cancelliera ha voluto chiarire con ironia: “Le cose non funzionano così. Certo, non eravamo soddisfatti delle sue riforme, ma la stampa ha esagerato”.

Angela Merkel rimane fedele a se stessa: blazer blu, pantaloni neri, mani intrecciate nel suo gesto distintivo. Ma mentre lei non cambia, il mondo attorno a lei è stato travolto da sconvolgimenti: in soli tre anni, da quando ha lasciato il potere l’8 dicembre 2021, due guerre, inclusa la prima in Europa dal 1945, hanno scosso il pianeta. L’Occidente, che un tempo sembrava invincibile, si trova ora a giocare in difesa, e la Germania stessa vive un periodo di instabilità politica senza precedenti. Proprio ieri il suo successore, Olaf Scholz, ha convocato il Bundestag per una possibile sfiducia il 16 dicembre, aprendo la strada a nuove elezioni.

Eppure, la voce di Merkel continua a incantare. Ieri, a Palazzo Clerici, nel cuore di Milano, 800 persone si sono radunate per ascoltarla durante la presentazione del suo libro di memorie, Libertà, pubblicato in Italia da Rizzoli. L’evento è stato l’unica tappa italiana di un tour che ha già attraversato mezza Europa, con accoglienze da vera star. In Gran Bretagna, ad esempio, è stata protagonista di una serata con 2.500 spettatori, con biglietti che costavano tra le 80 e le 100 sterline.

A Milano, dopo un pranzo da Cracco e un pomeriggio trascorso a firmare copie del libro nella Galleria Vittorio Emanuele, Merkel ha dimostrato ancora una volta la sua coerenza. Nessun fronzolo, nessuna concessione allo spettacolo: ha aperto l’incontro con un saluto a Mario Monti, seduto tra il pubblico (“Con lui ho lavorato bene”), e poi ha affrontato con il consueto rigore i temi proposti dall’intervistatore, Walter Veltroni. Nemmeno un accenno a polemiche o argomenti controversi.

Tra le risposte più significative, spicca quella sul recente conflitto in Siria. Quando Veltroni le ha chiesto un giudizio sugli eventi, Merkel ha replicato serafica: “Non posso esprimere valutazioni, spetta a chi oggi ha responsabilità politiche”. Più decisa, invece, sul tema del vincolo al debito, lo Schuldenbremse, approvato durante il suo cancellierato. Nonostante le critiche degli ultimi anni, ha ribadito di non esserne pentita: “Quando si parla di economia, bisogna pensare non solo alla generazione attuale, ma anche a quelle future. Certo, le emergenze possono portare a modifiche costituzionali, e oggi, con l’assalto russo all’Ucraina, il vincolo può essere allentato, ma solo per investimenti, non per spese sociali”. E su un altro tema cruciale, quello del debito comune europeo, ha riconosciuto: “È giusto pensarci. Ci arriveremo, passo dopo passo”.

Ha invece elogiato Mario Draghi, sottolineando però che non era stata informata in anticipo della sua mossa “del bazooka” per salvare l’euro. Infine, un’amara riflessione sulla gestione dell’immigrazione durante il suo mandato: “È vero, ho visto poca solidarietà verso i Paesi in prima linea”.

E la chiusura, fedele al personaggio che il mondo ha imparato a conoscere: “Il compito dei politici non è fare bei discorsi, ma ottenere risultati”.

Anche fuori dal potere, Angela Merkel continua a rappresentare un punto di riferimento. Sobria, concreta, e profondamente consapevole delle sfide del nostro tempo, resta un esempio di leadership che non smette di affascinare.

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