All’alba dell’incontro dei vertici della Banca centrale europea, impegnati a riflettere sulle proiezioni economiche riguardanti la comunità europea, l’industria Ue lancia le ultime grida di dolore: servono più tagli, per risollevare un settore che rischi di andare incontro ad un’ecatombe. Il settore produttivo, trainato dalla ingente crisi del mercato delle auto a motore endotermico, ormai è consapevole della necessità di scelte più coraggiose, che in qualche modo riescano a far tirare un sospiro di sollievo alle migliaia di industrie che vedono davanti a loro un futuro incerto.
Sulla questione si è inserito anche il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che si è rivolto alla Bce per esortarla ad “avere più coraggio e tagliare in modo più deciso i tassi“. Sembrerebbe, infatti, che vi sia la certezza che la Banca centrale europea decida di tagliare i tassi di interesse di un ulteriore 0,25%, nella consapevolezza della stabilizzazione dell’inflazione e di un quadro positivo dell’economia Ue. Ciò che però vorrebbero gli industriali è che la Bce decida addirittura di procedere con un -0,50%, che potrebbe realmente fare la differenza per le migliaia di realtà esistenti nei Paesi membri.
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Risulta scontato, però, che oltre all’impegno della Bce, il settore industriale debba recuperare la sua competitività tramite l’azione congiunta di una serie di fattori diversi. Lo ha spiegato il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue Stéphane Séjourné al Corriere della Sera, che ha sottolineato come l’industria dell’auto nell’Ue sta affrontando gli stessi problemi di molti altri settori produttivi, schiacciati “dai prezzi dell’energia troppo alti, dalla sovraccapacità produttiva esterna e dalla concorrenza sleale sul mercato“. Sono queste tre, dunque, le aree in cui è maggiormente necessario intervenire.
Crisi auto, il piano dell’Ue per risollevare l’industria
Séjourné ha annunciato alcuni dei passi che la commissione europea è intenzionata a compiere nel prossimo quinquennio, tutti proiettati verso il tentativo di risollevare la competitività dell’industria europea. Di fronte a dati sconfortanti, che registrano un forte calo tendenziale della produzione, in molti hanno compreso che il solo taglio dei tassi di interesse non sarà sufficiente a migliorare la situazione. “Ci aspettiamo che a metà del prossimo anno il costo del denaro non sia più di 1,5%-1,7%, perché questo ha un impatto sul calo del nostro debito pubblico, che, scendendo, può liberare risorse da investire“. ha infatti sottolineato Orsini.
Séjourné sembrerebbe essere della stessa opinione, quando parla di approccio “pragmatico” della Commissione, che spera possa individuare e attenzionare tutti i settori critici dell’automotive e in generale dell’industria Ue. Innanzitutto, la presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, intavolerà una discussione con i produttori, per poi dedicarsi alla clausola di revisione dei termini nel 2025, così che nel 2026 non siano più presenti dubbi e incomprensioni. Lo stop al motore endotermico nel 2027 continua infatti a preoccupare gli industriali, ma l’obiettivo di Séjourné sarà quello di mitigare le cosiddette “multe” nei confronti di chi non riesce ad adottare i cambiamenti previsti dalla transizione Green dell’Ue.
Il vicepresidente esecutivo ha poi chiarito che nei prossimi 100 giorni la commissione presenterà un piano per l’Industria pulita e nel breve termine vorrebbe riuscire a liberare il denaro che per ora è bloccato in circa 50 fondi dell’Ue, che potrebbero permettere di guadagnare circa 50 miliardi che potrebbero essere destinati a scopi differenti.
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