La Legge di Bilancio per il 2025 comincia a prendere sempre più forma. Il decreto legge sul Fisco, parallelo alla manovra e contenente alcuni provvedimenti che da questa sono rimasti esclusi, è stato approvato in via definitiva alla Camera. Sono stati 151 i voti favorevoli, 111 i contrati e 4 gli astenuti. Non sono mancate dure critiche alla forma finale del decreto che, per la quantità di materie in esso contenute, è divenuto un vero e proprio Omnibus.
Dalle opposizioni sono giunti cori di sdegno per quanto deciso dalla Camera e, in particolare, molti hanno sottolineato come una delle funzionalità di questo decreto sia stata la dimostrazione delle crepe presenti all’interno della maggioranza. Il voto contrario di Forza Italia alla proposta della Lega sul taglio del canone Rai e quello del Carroccio sulla sanità calabrese sui forzisti, avrebbero portato alla luce, secondo le opposizioni, una certa difficoltà del governo a cercare una linea comune da seguire.
All’interno del decreto, tra le novità più importanti vi è la conferma della rateizzazione del secondo acconto Irpef e delle partite Iva, oltre all’apertura fino al 12 dicembre del nuovo concordato preventivo fiscale. Proprio su quest’ultimo provvedimento sarebbe insorta la Lega, che ha voluto criticare l’operato dell’Agenzia delle Entrate che secondo una loro considerazione avrebbe in parte esercitato pressioni sui contribuenti per aderire all’accordo. Nel dl Fisco è inoltre previsto il nuovo Bonus Natale, che raddoppia la platea dei contribuenti, così come rifinanziamenti per il programma RFI, l’Ape sociale 2024 e lo stanziamento di 4 milioni di euro per il Giubileo a Roma.
Dl Fisco, Lega: “Sbagliata pioggia di lettere dell’Agenzia delle Entrate“
Una nota del dipartimento Economia della Lega ha sottolineato che il partito trova “sbagliata” una presunta “pioggia di lettere che l’Agenzia delle entrate ha riversato sui contribuenti italiani per contestare ipotetiche anomalie, con l’obiettivo di indurli ad aderire al concordato preventivo biennale, indipendentemente dal loro merito fiscale“. Si tratterebbe, secondo il Carroccio, di una sorta di snaturazione di uno strumento che invece è stato creato per “stabilire un patto di lealtà tra contribuente ed Erario” e che quindi non sarebbe allineato con quanto comunicato dall’Agenzia delle entrate.
Sul concordato fiscale, anche se su aspetti ben diversi, si è espresso anche il deputato di Iv Mauro Del Barba, sostenendo che l’obiettivo di questo provvedimento sia solamente l’aumento del gettito per le casse dello Stato. “La riapertura dei termini è un mezzuccio con cui si tenta di raccattare altri soldi dopo aver percorso ogni strada possibile sull’imposizione nuove tasse“, ha poi sottolineato il deputato, aggiungendo che l’unico modo per convincere i contribuenti ad accettare è stata la promessa di vantaggi, gli stessi che “genereranno debiti che peseranno sulle spalle delle generazioni future“.
Durissime anche le parole del vice capogruppo di Avs alla Camera, Marco Grimaldi, che ha sostenuto che il dl Fisco sarebbe “la resa dello Stato all’evasione“, in quanto “Giorgia Meloni con le sue scelte politiche sta facendo di tutto per aumentare la ricchezza dei più ricchi, mentre noi crediamo che redistribuire si può e si deve“.
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