La matematica rappresenta spesso un ostacolo per studenti e studentesse di tutto il mondo. Basta dimenticare un elemento e il lavoro svolto rischia di andare in fumo in un attimo. Un sondaggio condotto dall’ISTAT ha confermato che questa scienza esatta è fonte di difficoltà in Italia, soprattutto per le donne, che sarebbero considerate “meno brave degli uomini”. La situazione è diversa in Sudafrica, dove sono le studentesse a eccellere nella disciplina dei numeri.
La ricerca ha suscitato grande interesse a livello nazionale, evidenziando un divario significativo: in media, le ragazze italiane registrano un punteggio inferiore di 20 punti rispetto ai ragazzi. Ma quali sono stati i risultati più specifici emersi dallo studio?
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Matematica: in Italia un grande divario tra maschi e femmine
Secondo l’indagine TIMSS 2023, che coinvolge oltre 60 paesi ogni quattro anni, la differenza di rendimento emerge già nelle prime fasi della scuola. Già in quarta elementare, il divario tra maschi e femmine è di 22 punti, mentre in terza media si riduce a circa 16 punti. In Sudafrica, invece, la situazione è opposta: qui il divario è di 29 punti a favore delle ragazze.
A livello globale, gli studenti dell’Est Asiatico, in particolare di Singapore, dominano la classifica della matematica.
Per quanto riguarda l’Italia, la disuguaglianza non si manifesta solo tra generi, ma anche tra regioni. Esiste infatti un divario importante tra gli studenti del Nord e quelli del Sud: tra alunni di quarta elementare e terza media, la differenza media raggiunge i 50 punti. Inoltre, lo studio ha rivelato che a influire sulle competenze matematiche sono anche il contesto culturale e il background economico e sociale degli studenti.
Un dato particolarmente significativo è che solo il 7% degli studenti italiani raggiunge un livello di conoscenza eccellente in matematica. Questo dato solleva interrogativi importanti. Ogni individuo possiede diverse forme di intelligenza, e quella matematica potrebbe non essere sviluppata allo stesso modo delle altre. Tuttavia, è lecito chiedersi se le lacune riscontrate abbiano radici nelle basi fornite durante l’infanzia. Il sistema scolastico italiano ha forse sottovalutato questa situazione?
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