“La Corte dei Conti è un’istituzione che ha saputo costantemente rinnovarsi e adattarsi alle sfide dei tempi nuovi“, si esprime così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella all’incontro al Quirinale dove ha ricevuto i nuovi Referendari della Corte dei Conti. Si tratta di un’istituzione che, secondo il Presidente, ha saputo mutare “forme e strumenti del controllo in relazione alle modifiche dell’organizzazione amministrativa e all’affermarsi di enti diversi dall’Amministrazione statale e territoriale nonché di un grande numero di società a partecipazione pubblica“.
“La Costituzione – riprende il Presidente della Repubblica nel rivolgersi ai referendari di nuova nomina – ha riconosciuto il ruolo fondamentale della Corte dei Conti, quale organo di rilevanza costituzionale, posto al servizio anche dello Stato-comunità e garante imparziale della corretta gestione delle risorse pubbliche”. Inoltre, Mattarella fa notare che all’articolo 100 si legge che la Costituzione “garantisce alla Corte dei conti una particolare indipendenza quale magistratura contabile, con la sua preziosa articolazione territoriale, anche nello svolgimento delle funzioni ausiliarie che le sono affidate“.
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“Proprio in quanto magistratura, alla Corte dei conti – osserva ancora il Capo dello Stato – si applicano i principi e le garanzie stabiliti dalla Costituzione per tutti i magistrati“. Tra questi principi, si considera prima di tutto “la soggezione soltanto alla legge, nonché le norme generali sulla giurisdizione, quali il diritto di difesa, di cui all’art. 24, e il principio di effettività della tutela giurisdizionale di matrice europea”.
Nelle considerazioni poste in essere, il Presidente ha voluto poi sottolineare che ”più di recente, questi principi sono stati declinati dal codice della giustizia contabile, entrato in vigore nel 2016, che – continua Mattarella – attribuisce espressamente alla giurisdizione contabile il compito di assicurarne una tutela piena ed effettiva, secondo i principi della Costituzione e del diritto europeo’’.
Nelle sue conclusioni, inoltre, il Capo dello Stato ha ritenuto opportuno sottolineare e ricordare “del rispetto dei limiti delle proprie attribuzioni, garanzia, allo stesso tempo, della loro tutela rispetto ad altri poteri“. Si tratta di attitudini che “non sono volte ad affievolire, ma, all’opposto, a rafforzare l’indipendenza che contraddistingue la magistratura, – rimarca Mattarella nel suo invito ai Referendari – soggetta soltanto alla legge“.
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