Un altro morto sul lavoro. È successo ieri in località Fontana a Sasso Marconi, in provincia di Bologna. Un operaio 50enne, Giuseppe Schettino, stava lavorando per conto della Eleonor, un’azienda che si occupa di cablaggi, su un traliccio di alta tensione, quando è caduto a terra tragicamente. A dare l’allarme al 118 un residente della zona che aveva visto l’uomo a terra, in gravissime condizioni. Anche se l’intervento del 118 è stato immediato, per lui non c’è stato nulla da fare. È infatti deceduto mentre l’ambulanza stava raggiungendo l’Ospedale Maggiore. L’ipotesi principale è che l’uomo sia morto a seguito della caduta da un’altezza di 3 metri.
Ora sono in corso le indagini dei Carabinieri di Borgo Panigale per chiarire le dinamiche dell’incidenze. Alcuni rilievi sono stati eseguiti anche dalla medicina del lavoro dell’Ausl. Da quanto si apprende non ci sarebbero testimoni dell’accaduto. Le attività dei Carabinieri e della medicina del lavoro dell’Ausl sono state inoltrate all’Autorità Giudiziaria che ha aperto un fascicolo a carico di ignoti. La salma è a disposizione della stessa Autorità Giudiziaria che a breve deciderà cosa disporre.
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Bologna, le dichiarazioni del sindacato metalmeccanico
Il segretario generale bolognese del sindacato metalmeccanico, Simone Selmi, ha scritto una nota in cui ha dichiarato: “Nell’esprimere piena vicinanza alla famiglia, come Fiom di Bologna anche in questo caso ci costituiremo parte civile quando verrà aperto il processo”. Nella nota si legge che c’è l’urgenza che il Governo si adoperi per investire “risorse per garantire la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, utilizzando anche strumenti nuovi e straordinari nella formazione e nella repressione delle irregolarità”. Quella del 50enne deceduto, ha spiegato, si tratta “dell’ennesima morte sul lavoro nel sistema di appalti”.
E ha sottolineato come l’incidente sia avvenuto nella giornata dello Sciopero generale dichiarato da Cgil e Uil, che ha tra le motivazioni proprio la sicurezza nei luoghi di lavoro e il contrasto al sistema di appalti. Per Selmi quindi c’è la necessità che per questi temi vengano fatti degli “interventi strutturali di investimenti sia pubblici che privati”, per contrastare da una parte le morti sul lavoro e gli infortuni invalidanti, e dall’altra “una legislazione che nel sistema degli appalti non tutela in alcun modo chi per vivere deve lavorare”.
Ha infine annunciato che la prossima settimana, come Fiom, “convocheremo l’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori per discutere insieme a loro quali sono le condizioni di lavoro e che tipo di iniziative intraprendere”.
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