Le tensioni in Medio Oriente continuano ad aumentare giorno dopo giorno, nonostante gli sforzi internazionali che cercano di riportare la pace in un territorio che ormai da troppo tempo è martoriato dalle conseguenze della guerra. La tregua tra Israele ed Hezbollah, milizia sciita del Libano, aveva riportato un barlume di speranza, eppure a poche ore dall’annuncio del cessate il fuoco, una nuova regione mediorientale ha iniziato ad attirare l’attenzione internazionale.
La Siria, ormai da alcuni mesi trascurata dall’Occidente, si trova ad affrontare una guerra civile. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, infatti, sembrerebbe che la città di Aleppo si trovi sotto assedio. Circa metà del territorio della seconda città più grande della Siria si troverebbe sotto il controllo dei jihadisti siriani e dei ribelli alleati. Le poche immagini e i pochi video che giungono dalla città mostrerebbero i ribelli e i combattenti all’interno di alcuni veicoli che circolano nella città.
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Aleppo sarebbe stata presa d’assalto dal gruppo militante islamista Hayat Tahrir al-Sham, che è riuscito ad entrare nel territorio a seguito di due giorni di offensiva lampo contro le forze governative, che ha provocato più di 250 morti. L’Osservatorio ha poi sottolineato che le forze siriane starebbero abbandonando la città senza combattere e che i miliziani avrebbero preso il controllo di gran parte delle strutture di Aleppo, compresi centri governativi e prigioni. A seguito di questa presa di potere, la città sarebbe stata presa di mira da un raid russo, dopo circa 8 anni che questi non si verificavano.
Il colloquio tra i ministri russo e turco
I ministri degli Esteri di Russia e Turchia hanno avuto un colloquio telefonico per discutere della delicata e complessa situazione in corso ad Aleppo. Le due Nazioni si trovano su due fronti opposti in Siria, ma entrambi gli esponenti del governo avrebbero confermato di essere preoccupati per “la pericolosa escalation ad Aleppo“. I due Paesi, quindi, avrebbero concordato la necessità di intensificare gli sforzi congiunti al fine di stabilizzare la Regione, discutendo anche del formato di Astana.
Quest’ultimo sarebbe il processo di pace che ebbe inizio nel dicembre 2016 e che fu messo in atto da Russia, Turchia e Iran e che ebbe una funzionalità complementare a quello ufficiale di Ginevra. I provvedimenti che questo mette in atto, quindi, dovranno essere rafforzati per permettere alla città di tornare ad una situazione stabile.
L’Onu lascia la città di Aleppo
Le Nazioni Unite hanno dato avvio ad una evacuazione dei peacekeeper da Aleppo verso Damasco. Sembrerebbe che un primo convoglio di auto stia già lasciando la città e a bordo dei veicoli sarebbero presenti anche soldati italiani, come riferito dalla Farnesina. L’ambasciata italiana a Damasco è in contatto con Palazzo Chigi ed è pronta ad accogliere il gruppo di connazionali, per la maggior parte cittadini con la doppia cittadinanza. Per quanto riguarda i religiosi presenti nella città, alcuni stanno evacuando con l’aiuto dell’ambasciata, altri hanno invece deciso di rimanere nella città.
Raid aereo uccide 16 civili
Le tensioni nella città sono sempre più alte, come dimostra la morte di 16 cittadini, tutti civili, causata da un raid aereo. Si ipotizza che l’attacco sia stato portato avanti da jet russi, ma per il momento non vi sarebbero certezze. L’attacco sarebbe avvenuto nei pressi della rotonda Basil, nella parte sud-occidentale di Aleppo.
L’aeroporto di Aleppo nelle mani dei curdi
L’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria ha riferito che le forze curdo-siriane avrebbero preso il controllo dell’aeroporto di Aleppo, in seguito al ritiro delle forze iraniane e governative di Damasco dallo scalo aereo internazionale. La situazione, nel Paese, diventerebbe di ora in ora più critica. Il quotidiano The Express Tribune, con sede in Pakistan, ha sostenuto che vi sarebbero decine di migliaia di civili che sono in fuga da Aleppo verso le zone rurali di Idlib, per cercare si sfuggire ai gruppi armati contrari al regime di Bashar Al-Assad.
Sembrerebbe che al momento le forze jihadiste abbiano sfondato le linee di difesa sugli assi Hamdaniyya, Nuova Aleppo e Zahra, riuscendo a coprire circa 400 chilometri quadrati di territorio. Nelle immagini che circolano sul web si vedono i ribelli sventolare le bandiere dell’opposizione, dopo aver rimosso quelle siriane ed iraniane. Inoltre, secondo l’esercito siriano sarebbero stati uccisi o feriti decine di soldati nel corso degli scontri.
Cosa sta accadendo in Siria
L’assalto alla città di Aleppo avrebbe riacceso le tensioni che ormai da anni alimentato la Siria, territorio martoriato dal continuo confronto bellico tra Turchia, Russia, Stati Uniti ed Israele. Dopo quattro anni di congelamento delle ostilità sulla trincea del Nord-ovest, che divide l’area controllata dalla coalizione jihadista sostenuta dalla Turchia e quella gestita invece dalle forze governative, che sono spalleggiate da Iran e Russia.
Le milizie filo-turche hanno quindi in poco tempo spostato gli equilibri del territorio, conquistando in poco tempo i territori di Aleppo e altre città vicine, riuscendo anche a bloccare l’autostrada Damaasco-Aleppo, fulcro della Siria da ormai 14 anni. Le ricostruzioni dell’attacco sarebbero diverse. Da un lato ci sono le milizie jihadiste che sostengono di aver dato avvio all’attacco come tentativo di protezione dei civili da una possibile offensiva governativa, sostenuta da Russia e Iran, dall’altro Teheran e Damasco ritengono, invece, che si tratti di un attacco condotto dalle forze del radicalismo sunnita, alleate dello Stato ebraico.
L’intervento russo, quindi, si inserirebbe in questo quadro e avrebbe il compito di sostenere le forze governative, in evidente difficoltà di fronte all’attacco delle milizie filo-turche. Nello specifico, i raid di Mosca hanno colpito la città di Idlib e la regione circostante, dove si troverebbe l’ultima roccaforte dei ribelli e delle milizie jihadiste. Dopo gli attacchi, è intervenuto il governo turco a tentare di mitigare la questione, chiedendo “la fine degli scontri, che avrebbero generato un’escalation indesiderata delle tensioni nelle Regioni di confine“.
La guerra civile siriana avrebbe convinto il resto delle Regioni interessate a schierarsi e a prendere una posizione all’interno del conflitto. Il portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov, ha sostenuto che la Russia è favorevole ad una restaurazione dell’ordine ad Aleppo, in quanto gli attacchi delle milizie filo-turche sarebbero “una minaccia alla sovranità del Paese“. Il ministro degli esteri iraniano, Abbas Araqchi, ha poi dichiarato che l’Iran è pronto a sostenere l’impegno nei confronti di Damasco, con ‘obiettivo di riportare la stabilità nella Regione.
Israele, intanto continua i bombardamenti su Damasco, al fine di indebolire il presunto invio di armi del Paese ad Hezbollah. “In Siria stiamo cercando di fermare sistematicamente i tentativi di Iran, Hezbollah e dell’esercito regolare di portare nuove armi in Libano. Assad deve capire che sta giocando con il fuoco“, aveva infatti dichiarato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu solo alcuni giorni fa.
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