Sciopero, Landini al corteo a Bologna: “Vogliamo rivoltare questo Paese come un guanto”

"La rivolta sociale, per noi, significa proprio dire che ognuno di noi non deve voltarsi da un'altra parte di fronte alle ingiustizie", ha sostenuto il leader della Cgil, ricordando che la partecipazione di tutti è fondamentale per portare avanti un piano di vero cambiamento nel Paese

Redazione
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Il leader della Cgil Maurizio Landini non sembra aver voluto dar retta ai consigli e agli ammonimenti che sono a lui giunti dalla politica. I toni, anche nel giorno del tanto atteso sciopero generale restano altissimi. “Noi vogliamo rivoltare come un guanto questo Paese e per farlo c’è bisogno della partecipazione di tutte le persone“, ha infatti dichiarato il sindacalista a margine della manifestazione per lo sciopero a bologna, ritornando nuovamente sul concetto di “rivolta sociale“, che solo qualche settimana fa gli aveva procurato numerose critiche.

La rivolta sociale, per noi, significa proprio dire che ognuno di noi non deve voltarsi da un’altra parte di fronte alle ingiustizie, anzi, deve passare l’idea che il problema mio è il problema di tutti e che solo mettendoci insieme possiamo cambiare questa situazione“, ha spiegato Landini, chiarendo che quella di oggi è una giornata di mobilitazione e protesta come non se ne vedevano da anni. Un successo per i sindacati di Cgil e Uil che hanno lottato senza freni contro gli ostacoli posti dalla politica a questo sciopero.

In primis, la precettazione del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che ha messo a rischio il lavoro di Landini e Bombardieri e dal loro punto di vista anche lo stesso diritto allo sciopero. “Mi sembra chiaro che c’è stato un tentativo esplicito di mettere in discussione questo diritto“, ha infatti ribadito oggi il leader della Cgil, sottolineando poi l’importanza di non trascurare le azioni del governo, anche quelle che sembrano più complesse da capire.

In Parlamento è in discussione il decreto sicurezza, e noi chiediamo che sia ritirato, che vuole far diventare un reato lo sciopero, i blocchi stradali, l’occupazione delle fabbriche quando chiudono“, ha dichiarato Landini, per poi aggiungere durissimo: “Siamo di fronte al tentativo serio di una svolta autoritaria“.

Landini: “Adesione altissima contro manovra che colpisce giovani e donne

Secondo il segretario della Cgil, dunque, sarebbero a rischio sia la libertà di esistere che la libertà delle persone, ma un segnale positivo giungerebbe dall'”altissima adesione” che lo sciopero starebbe registrando. Landini lo avrebbe sottolineato nel corso della manifestazione a Bologna, sostenendo che proprio la partecipazione di un così alto numero di persone avrebbe dimostrato i limiti del governo. “Le piazze non si precettano“, ha infatti ricordato Landini, evidenziando come il governo dovrebbe rispondere a questo grido di aiuto che arriva dal popolo “cambiando le leggi balorde e rimettendo al centro il lavoro e la dignità delle persone“.

Landini, salario minimo
Il segretario della Cgil Maurizio Landini

Landini ha quindi nuovamente chiarito le motivazioni dello sciopero e delle relative proteste. Al centro della questione vi sarebbe il contenuto della Legge di bilancio per il 2025 che, secondo i due sindacalisti, non rispecchierebbe i reali bisogni della popolazione e quindi risulterebbe inefficace. “La manovra non abbassa le tasse, è una bugia, perché le tasse per i lavoratori dipendenti e pensionati stanno aumentando“, ha quindi spiegato il segretario della Cgil, chiarendo che non si starebbe combattendo neanche l’evasione fiscale.

Stanno facendo una manovra che ancora una volta colpisce il mondo del lavoro e in particolari dipendenti e pensionati, giovani e donne che sono più colpite dalla precarietà“, è il grido di allarme di Landini, che quindi ha chiesto al governo che i 17 miliardi in più ottenuti dall’Irpef negli ultimi 12 mesi vengano utilizzati per i settori di cui usufruiscono i contribuenti: “Dovrebbero servire per investire sulla sanità pubblica, per assumere dipendenti pubblici, per aumentare i salari, per ridurre la precarietà“.

Intanto, lo slogan lanciato alcune settimane dal leader della Cgil sembrerebbe essere stato recepito dai protestanti. A Bologna, infatti, centinaia di persone si sono radunate nel capoluogo emiliano per dare avvio al corteo che partirà da Porta Lame e terminerà in Piazza Maggiore, indossando gilet che riporta la scritta: “È il momento della rivolta sociale“.

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