Disordini a Corvetto, Piantedosi: “Nessuna banlieu, ma non sottovalutiamo i segnali”

"L'area metropolitana di Milano registra alcune particolarità, come quasi il doppio della media nazionale della presenza di cittadini immigrati", ha evidenziato il ministro, riconoscendo nell'emarginazione e nella disperazione parte del problema che affligge la città.

Redazione
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Milano non è una città fuori controllo, ma nessun segnale va sottovalutato“, sono queste le prime parole del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, subito dopo la riunione tenutasi nella Prefettura del capoluogo lombardo per discutere dei disordini nati nel quartiere Corvetto a seguito della morte di Remy Elgaml, 19enne che ha perso la vita in un incidente in scooter durante un inseguimento con i carabinieri.

Alla riunione ha partecipato anche il primo cittadino Giuseppe Sala, che ha sottolineato come la sua città stia “cercando di fare uno sforzo per un modello che non è del centrosinistra, ma che caratterizza tutte le città italiane“. Le ricostruzioni e le dichiarazioni che hanno fatto seguito ai disordini che si sono verificati all’inizio di questa settimana avrebbe però ricostruito un quadro eccessivamente grave, che invece non corrisponderebbe alla realtà, almeno secondo le dichiarazioni del ministro.

Giuseppe Sala
Giuseppe Sala, sindaco di Milano

Io credo che oggettivamente non si possa assimilare quanto successo ai contesti delle banlieue, per una questione di numeri e di evidenze“, ha infatti dichiarato Piantedosi, sostenendo comunque che i segnali che sono emersi da questo quartiere non devono essere in alcun modo ignorati. Sia il ministro che Giuseppe Sala hanno poi confermato il progetto di aumentare le forze dell’ordine in queste zone, sostenendo che già a partire dall’inizio del 2025 sarà possibile inserire circa 600 agenti come personale aggiuntivo.

Piantedosi: “Al Corvetto quest’anno 162 arresti

Il ministro Piantedosi si è poi soffermato a commentare le caratteristiche particolari che fanno riferimento alla periferia della città della Milano, con riferimento anche al quartiere Corvetto, in cui vi sarebbero stati 162 arresti in un solo anno. “L’area metropolitana di Milano registra alcune particolarità come quasi il doppio della media nazionale della presenza di cittadini immigrati e il 65% dei reati commessi dagli immigrati“, ha evidenziato il ministro, riconoscendo nell’emarginazione e nella disperazione parte del problema che affligge la città.

Chi immagina che l’integrazione passi semplicemente attraverso il rilascio di un foglio di carta o di un permesso di soggiorno, quindi, solo di una decretazione formale, sbaglia“, ha infatti aggiunto Piantedosi, esortando tutte le istituzioni a riflettere sulla questione e a non “lavarsi la coscienza rilasciando permessi di soggiorno“. La riunione odierna è comunque servita per tentare di individuare una soluzione al problema che ormai risulta essere evidente in questo zone.

Il sindaco Sala ha quindi dichiarato che Milano vuole continuare ad essere una città “accogliente” e in questo senso deve individuare una soluzione adatta che non si trasformi in un’arma a doppio taglio. “Bisogna fare due cose: continuare a lavorare sulle difficoltà e sulle logiche di una migliore integrazione e dobbiamo far rispettare le nostre regole. Per fare ciò bisogna lavorare sul metodo e sulle persone, sulla quantità di persone disponibili“, ha spiegato Sala, sostenendo la necessità sempre più impellente di aumentare i dipendenti delle forze dell’ordine.

Piantedosi e Sala si sono quindi trovati d’accordo sull‘aumento di 600 unità del personale di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, perché, come ha spiegato il ministro, tale aumento provocherà “un significativo beneficio anche nei servizi di controllo del territorio“. Il titolare del Viminale ha poi voluto sottolineare che i 600 agenti sarebbero stati aggiunti anche senza i disordini di questi giorni, in quanto la decisione era già stata discussa dal ministero nelle settimane passate.

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