M5s, nascono i Figli delle stelle: obiettivo riportare i principi originali

La presidente del nuovo gruppo associativo afferma che non c'è lo zampino del fondatore, ma spunta una dichiarazione di Beppe Grillo che avrebbe detto ai suoi più stretti collaboratori: "Giuseppi si faccia il suo partito. Noi ci teniamo il nostro logo, quel progetto in cui abbiamo sempre creduto e anzi lo rilanciamo"

Redazione
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La spaccatura interna al M5s si fa sempre più reale, con la fondazione dell’associazione Figli delle stelle, da parte dei manifestanti che lo scorso weekend avevano interrotto la Nova, che si pone come alternativa alla linea del leader Giuseppe Conte. Sono i fedeli del fondatore Beppe Grillo, col quale però sembrano non aver avuto contatti.

M5s, i Figli delle Stelle

Lo scorso weekend, quando gli iscritti pentastellati erano impegnati a votare per l’ultimo step del processo costituente e Conte parlava dall’evento finale organizzato a Roma nel Palazzo dei congressi, la Nova, proprio questa kermesse era stata interrotta da un gruppo di manifestanti. Erano i pentastellati “ribelli”, i fedeli di Grillo, quelli che non concordavano con le possibili modifiche affidate al voto degli iscritti, in primis l’abolizione del ruolo del garante e della regola del doppio mandato.

M5s, Nova
M5s, Nova

E proprio questo gruppetto ha deciso di fondare, a pochi giorni dal blitz, l’associazione Figli delle stelle con l’obiettivo di “garantire la sopravvivenza e la diffusione dei valori del vero Movimento”. Il nuovo gruppo associativo presieduto da Alessia De Caroli prende il nome dalle magliette indossate dagli attivisti che hanno interrotto la Nova, che raffiguravano i fondatori Grillo e Casaleggio. E la comunicazione sulla nascita dell’associazione riporta il simbolo che richiama le 5 stelle del Movimento.

I figli delle stelle vogliono rendere onore ai temi e ai principi che ci hanno accomunato, cancellati da Conte, e hanno la missione di “incoraggiare lo sviluppo della partecipazione democratica e della tutela dei diritti umani, civili e politici nel territorio nazionale”. Inoltre c’è l’intenzione di promuovere le forme di impegno sociale che permettono di “ripudiare il mantenimento di cariche politiche a lungo termine, con la condizione irrinunciabile del ricambio generazionale e del personale nelle rappresentanze della collettività”. De Caroli ha spiegato che questa nuova associazione vuole essere un punto di riferimento per quei pentastellati che si sono sentiti traditi.

Ma la presidente ha specificato che non è stata un’idea di Grillo, ringraziandolo “per aver difeso i nostri pilastri” e sottolineando che “saremmo onorati di poterlo incontrare”. Nonostante ciò, spunta un’affermazione del fondatore che avrebbe detto ai suoi più stretti collaboratori: Giuseppi si faccia il suo partito. Noi ci teniamo il nostro logo, quel progetto in cui abbiamo sempre creduto e anzi lo rilanciamo“. 

Non si sono invece ancora pronunciati rispetto alla nuova votazione che si terrà dal 5 all’8 dicembre, voluta dal fondatore, il quale ha contestato i risultati del processo costituente. Prima del ricorso di Grillo, i ribelli erano a favore dell’astensione.

I 2 punti che non convincono

Ci sono due punti che non convincono la nuova associazione riguardo l’attuale leadership del M5s. Uno è la votazione sullo strumento Sky Vote. Lo stesso Conte ha lanciato sul sito del M5S un sondaggio per chiedere agli iscritti come hanno avuto accesso alla piattaforma, se hanno votato, se è stato semplice o se hanno avuto bisogno del servizio assistenza. La domanda sorge spontanea: perché il presidente del M5S si interroga su un qualcosa che era scontato? Se le cose fossero andate come previsto, perché spendere altre risorse per capire meglio?

L’altro punto è il tesoretto dei gialli. Secondo persone informate, dietro la discesa dei figli delle stelle, ci sarebbe la volontà di capire come siano stati spesi i soldi ottenuti dai pentastellati con l’introduzione del 2×1000. Ci si interroga sulla questione, sottolineando che nel 2023 c’era un fondo cassa da 1,8 milioni di euro. E ora “dopo il contributo arrivato dalle imposte dei cittadini, a quanto ammonta? Il risparmio sulle uscite per il garante, dove è andato a finire? Quanto è costato Grillo? Due dovrebbero essere le indiscusse parole d’ordine: trasparenza e legalità”.

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