Si è svolta ieri mattina la seduta della Commissione di Vigilanza Rai a San Macuto, convocata dalla presidente Barbara Floridia per votare il presidente. Ma per la quinta volta la votazione è fallita. Questo perché la maggioranza non si è presentata, impedendo così il raggiungimento del numero necessario all’elezione del presidente. Erano invece presenti solo alcuni membri dell’opposizione: i dem Stefano Graziano, Annamaria Furlan e Ouidad Bakkali e il pentastellato Dario Carotenuto. Il blocco è dovuto alla candidatura della presidente in pectore Simona Agnes, sostenuta da FI. La Commissione è convocata nuovamente per il prossimo 11 dicembre.
L’avviso di Floridia
La presidente della bicamerale ha sottolineato la necessità che i partiti si assumano le proprie responsabilità. “Non è possibile andare avanti così”, ha affermato iraconda, invitando le forze politiche, soprattutto della maggioranza, ad “un atteggiamento dialogante e responsabile”, date le urgenze che riguardano la Rai. “Dobbiamo ripartire con le audizioni e gli atti di competenza della commissione. Sulla presidenza, auspico che le forze politiche abbattano i muri che al momento le separano e trovino una soluzione condivisa il prima possibile”, ha aggiunto Floridia.
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Rai, blocco per candidatura Agnes
Si sapeva già da martedì che la maggioranza avrebbe disertato, perché non è riuscita a trovare un accordo sul candidato. Per eleggere il presidente del Consiglio di amministrazione della Rai serve la maggioranza dei due terzi della Commissione, quindi i voti dei soli partiti di governo non bastano. E per quanto riguarda la presidente in pectore, Simona Agnes, che è sostenuta dal partito del vicepremier Antonio Tajani, Forza Italia, non c’è accordo. L’opposizione si oppone alla votazione senza prima avere un confronto e si sta muovendo in modo compatto, cosa che potrebbe costringere la coalizione di maggioranza a puntare su altri candidati per trovare consensi anche nella minoranza e sbloccare finalmente il voto.
Le proposte dei partiti per le nomine a testate e generi
Eleggere il presidente è necessario soprattutto per le diverse questioni in seno alla Rai che devono essere affrontate, come lo sciopero dei dipendenti, lo sciopero dei precari e il canone. Inoltre il consiglio di amministrazione è stato nominato già da più di due mesi. Avere un presidente è determinante anche per permettere all’Ad Giampaolo Rossi di procedere in tempi non troppo lunghi con le nomine a testate e generi, con l’obiettivo di presentarli nel cda del 19 dicembre o al massimo nei primi giorni di gennaio.
Sono infatti da poco scaduti i mandati triennali di Paolo Petrecca a Rainews, che potrebbe essere riconfermato, e Alessandro Casarin alla Tgr, il quale ha svolto già il secondo incarico ed è vicino alla pensione. La Lega però non vuole lasciare la testata e punta su Roberto Pacchetti, l’attuale condirettore Tgr. Propone inoltre William Di Liberatore, il capostruttura di Rai Pubblicità, per un ruolo alle direzioni di genere e Giovanni Alibrandi al Giornale Radio.
Per Fratelli d’Italia, però, il partito di Salvini è già sovra-rappresentato rispetto al peso elettorale, quindi considera le richieste della Lega troppo eccessive. Il partito di Meloni punta invece su Nicola Rao, che ora è direttore della Comunicazione, per guidare la Tgr e non condivide la proposta della Lega sui vertici dei generi. Riguardo al Day Time, ora affidato a Angelo Mellone in quota Fdi, potrebbe passare al Prime Time nel caso in cui Marcello Ciannamea venisse spostato ai palinsesti. A Stefano Coletta potrebbe essere affidata la direzione di coordinamento dei contenuti.
La direzione di Rai Sport, ora affidata a Iacopo Volpi, che andrà in pensione a fine dicembre, potrebbe andare al vice Marco Lollobrigida. Gian Marco Chiocchi, in quota Fdi, è stato confermato al Tg1, mentre il Tg2 è in mano a Forza Italia con Antonio Preziosi. Ora resta da scegliere chi guiderà il Tg3, affidato a Pierluca Terzulli fino al 7 gennaio. Se il M5s dovesse appoggiare la nomina di Agnes, potrebbe metterci Senio Bonini. Altrimenti potrebbe restare ai dem con la nomina di Elisa Anzaldo o Andrea Vianello.
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