Rai, “no” al taglio del canone dopo voto contrario di FI. Salvini: “Mi dispiace per gli italiani”

"Venti euro? Sapete quanti sono? Sono poco più di un caffè al mese. Per un caffè al mese dobbiamo dare alla Rai quattrocento milioni di euro", ha commentato il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, giustificando la decisione del voto contrario del suo partito

Redazione
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La commissione Bilancio del Senato ha bocciato l’emendamento sul canone Rai proposto dalla Lega di Matteo Salvini con 12 voti contrari e 10 voti favorevoli. La notizia è stata annunciata dal presidente leghista della Commissione Finanze Massimo Garavaglia, che ha anche sottolineato come Forza Italia abbia votato contro alla proposta del Carroccio. Le prime crepe sugli emendamenti al dl fiscale iniziano a farsi strada nella maggioranza. Il vertice di maggioranza, che si è svolto la scorsa domenica, aveva già preannunciato un esito simile.

Le tempistiche della Legge di bilancio devono essere rispettate rigorosamente, come sottolineato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Proprio a quest’ultimo è stato quindi dato il mandato di vigilare sugli emendamenti presentati dalla maggioranza di governo, affinché questi siano accettati solamente se rispecchiano i programmi del centrodestra e non se rappresentano la mira di un singolo partito. “Stiamo lavorando per abbassare le tasse, il canone Rai è una di queste, ma non è la nostra attività centrale“, ha quindi commentato Matteo Salvini, sottolineando che in realtà il taglio del canone Rai sarebbe una battaglia voluta dall’intero centrodestra e non solamente dal Carroccio.

Sul voto contrario di Forza Italia, il vicepremier leghista ha sottolineato che questo non avrebbe creato alcuna frattura all’interno della maggioranza, al contrario di quanto dichiarato da alcune testate: “Se uno vive di Corriere e Repubblica, vive in una dimensione parallela“. Il leader leghista non avrebbe però risparmiato un affondo sul partito forzista: “Forza Italia non vuole il taglio del canone Rai? Mi dispiace per gli italiani. Ma se sarà così, lavoreremo su altri fronti“.

Tajani: “Il taglio del canone Rai non è nel programma di governo

Immediato anche il commento del leader azzurro, Antonio Tajani, che ha però evitato di riferirsi direttamente al vicepremier Salvini. “Il taglio del canone Rai noi non lo votiamo, ma non c’è nessuna crisi, nessun caso dentro al governo“, ha infatti dichiarato, allineandosi alle dichiarazioni del leader leghista. Il governo è ancora solido e questi avvenimenti non sarebbero in alcun modo pericolosi per la sua tenuta. Per quanto riguarda però la decisione del partito, Antonio Tajani, avrebbe sottolineato che il voto contrario dei forzisti è legato principalmente alle difficoltà che la tv di Stato affronterebbe a seguito del taglio.

Venti euro? Sapete quanti sono? Sono poco più di un caffè al mese. Per un caffè al mese dobbiamo dare alla Rai quattrocento milioni di euro di contribuenti, che sono tanti“, ha sostenuto il forzista, evidenziando che con queste risorse sarebbe possibile risolvere molte mancanze legate all’economia italiana. “Con tutti quei soldi è meglio aumentare le pensioni. Sbloccare le liste di attesa della Sanità, tagliare l’Irpef“, ha continuato Tajani, ricordando che proprio il taglio dell’Irpef, al contrario di quello del canone Rai, fa parte dei progetti unitari del centrodestra. “Anche Leo ha detto che è possibile metterla in atto, ma dobbiamo vedere se ci sono le risorse“, ha quindi concluso il ministro degli Esteri.

Paita: “La maggioranza in commissione Bilancio non esiste più

La bocciatura dell’emendamento ha attirato anche le dichiarazioni delle opposizioni. Durissime le parole di Raffaella Paita, coordinatrice di Italia Viva e componente della commissione Bilancio del Senato, che ha sostenuto che il voto contrario alla proposta leghista avrebbe dimostrato che “quando le opposizioni si uniscono, senza veti, non solo vincono le elezioni ma ottengono risultati anche in Parlamento“.

Inoltre, la bocciatura avrebbe dimostrato che sui temi economici, soprattutto quelli legati alla Legge di bilancio, la maggioranza di governo non esiste più. Forza Italia si sarebbe infatti staccata dalla Lega e avrebbe di fatto condannato la proposta leghista.

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