Tregua in Libano: in cosa consiste e quanto durerà

Il premier israeliano Netanyahu ha spiegato i 3 motivi per cui ha deciso di accettare la tregua in Libano: la minaccia iraniana, l'urgenza di isolare Hamas e riarmare l'esercito israeliano

Redazione
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Questa notte alle 4 in Libano è entrato ufficialmente in vigore l’accordo di cessate il fuoco che Israele e Hezbollah si sono impegnati a rispettare, mediato da Francia e Stati Uniti. È stato il presidente uscente Joe Biden ad annunciarlo, promettendo che ora gli sforzi si concentreranno anche a una tregua a Gaza. Lo stop arriva al termine di una delle giornate più violente del conflitto.

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La tregua in Libano

“L’accordo per la tregua è stato pensato per essere una cessazione permanente delle ostilitàha annunciato Biden, esprimendo la speranza che i civili di entrambi i paesi possano tornare nelle loro case sani e salvi. Il presidente statunitense nel suo discorso ha inoltre dichiarato che nei prossimi giorni gli Usa “lanceranno una nuova iniziativa insieme a Turchia, Egitto, Qatar, Israele e altri Paesi per raggiungere il cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi che sono ancora nelle mani di Hamas”.

La tregua in Libano sarà di 60 giorni, dopo i quali l’esercito israeliano dovrebbe ritirarsi dalla zona meridionale del Libano e Hezbollah arretrare oltre il fiume Litani. L’esercito libanese dovrà quindi cominciare a riprendere la zona insieme alla missione Unifil rafforzata. Garante del rispetto dei punti dell’accordo sarà un comitato di supervisione guidato dagli Usa. Un punto fondamentale che mancò invece nell’accordo del 2006 e che lo portò al fallimento.

Il premier libanese Najib Mikati ha dichiarato che la tregua è “un passo fondamentale verso la calma e la stabilità in Libano” e nella regione. Non è dello stesso parere una parte del governo israeliano e l’opinione pubblica, dato che si teme in un attacco del gruppo libanese nel nord di Israele. Il capo della regione di Metulla, David Azoulay, ha dichiarato di non fidarsi del governo libanese, di Hezbollah e nemmeno del governo israeliano.

Ha inoltre accusato il premier Benjamin Netanyahu di essersi fatto comprare, invece di sfruttare l’occasione per distruggere per sempre il gruppo libanese. Tra i critici della tregua ci sono anche l’opposizione e gli esponenti di estrema destra, come il ministro Itamar Ben-Gvir, che è stato l’unico a votare contro.

Il premier israeliano ha accettato l’accordo ieri sera, dopo diverse ore di riunione con il gabinetto di sicurezza. Al pubblico israeliano Netanyahu ha spiegato i 3 motivi per cui ha deciso di accettare questa proposta: la minaccia iraniana, l’urgenza di isolare Hamas e riarmare e rafforzare l’esercito israeliano. Ha aggiunto che la priorità per Gerusalemme è quella di “scongiurare un’arma nucleare nelle mani dell’Iran”. Netanyahu è stato chiaro anche nel sottolineare che, nel caso di un’eventuale violazione di Hezbollah, l’Idf è pronto a rispondere “con la forza”.

Ultime ore di attacchi

Nelle ore precedenti l’entrata in vigore della tregua, i violenti attacchi tra Israele e Hezbollah sono comunque continuati, in una delle giornate peggiori dall’inizio della guerra. Un giornalista dell’emittente libanese Al-Mayadeen ha definito gli attacchi “fra i più violenti e più grandi dall’inizio dell’aggressione”. Nella capitale libanese Beirut, la popolazione ha continuato a fuggire, con l’Idf che ha emesso diversi ordini di evacuazione sia nella capitale che in altre zone, per poi colpire con raid aerei.

Nella zona sud della capitale sono stati abbattuti circa 20 edifici, alcuni dei quali venivano usati per la banca di Hezbollah e come deposito di armi. Inoltre, l’esercito di terra ha raggiunto per la prima volta nel conflitto il fiume Litani. Per quanto riguarda Hezbollah, anche loro hanno continuato ad attaccare Israele con missili e droni. E prima dell’annuncio di Biden hanno fatto sapere di avere dei dubbi sulla tregua e che non hanno ancora esaminato i termini.

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