Elon Musk è, senza dubbio, un personaggio controverso. Criticabile, come sostiene giustamente Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera, ma capace di offrire spunti di riflessione significativi. Quando afferma che l’America è la nuova Roma, non si può ignorare l’analogia storica: ogni grande potenza ha cercato di legarsi all’eredità dell’Impero Romano. Dallo Zar al Kaiser, termini derivati da Cesare, fino a Napoleone e all’Impero britannico, l’immagine di Roma è sempre stata un faro.
L’eredità simbolica di Roma
Gli Stati Uniti, più di ogni altro impero moderno, si ispirano a Roma. Il simbolo nazionale è l’aquila, lo stesso delle legioni romane, anche se in versione americana. Il motto è in latino: E pluribus unum, “da molti, uno solo”. Questo non è un dettaglio insignificante. Il latino, lingua del potere e della cultura romana, permea ancora oggi i concetti di politica e giustizia. Termini come dittatore, libertà, giustizia e legge risuonerebbero familiari a un antico romano.
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Le istituzioni americane sono impregnate di simbolismo romano: il Senato, il Campidoglio, il Jefferson Memorial che richiama il Pantheon, la Casa Bianca di stile neoclassico. Persino la cupola di Capitol Hill è un omaggio a quella di San Pietro. I padri fondatori degli Stati Uniti, da Jefferson a Franklin, erano ossessionati dall’idea della Repubblica romana. Quando l’America ha iniziato a costruire il suo impero, ha seguito le stesse strategie: trasformare i nemici in vassalli o alleati, esercitare influenza culturale più che occupazione militare.
L’influenza culturale e mediatica
Roma ha lasciato un segno indelebile nella cultura mondiale, da Shakespeare a Hollywood. Il cinema ha raccontato la grandezza e la tragedia di Roma: attori come Marlon Brando e Richard Burton hanno interpretato figure storiche che continuano a esercitare fascino. Lo stesso Musk, moderno imperatore digitale, non nasconde la sua ammirazione per Roma, evocata in video con la colonna sonora de Il Gladiatore. Priscilla Zuckerberg, durante il viaggio di nozze, affermava di sentirsi accompagnata non solo da Mark, ma anche da Augusto.
Imperi digitali e nuove responsabilità
Oggi, però, gli imperatori sono digitali. I padroni della rete, da Zuckerberg a Musk, si percepiscono come padroni del mondo. Tuttavia, come sottolinea il giornalista, un vero impero non si basa solo sulla volontà di dominio, ma richiede impegno e responsabilità. L’America ha teorizzato il “destino manifesto” di governare il mondo, ispirandosi al passo di Virgilio in cui Anchise predice a Enea che i suoi discendenti governeranno con ferme leggi.
Questa visione imperiale ha lati oscuri: il dominio, l’egemonia, la violenza. Ma c’è anche un aspetto grandioso: l’idea di un governo globale che affronti le grandi sfide del nostro tempo, dal cambiamento climatico alla proliferazione nucleare. Come l’impero romano affrontava questioni simili alle nostre: guerre, migrazioni, integrazione. La vera eredità di Roma è l’idea di costruire una comunità universale.
Elon Musk potrebbe non cogliere appieno questo concetto. Lo slogan America First può vincere le elezioni, ma un impero richiede dialogo, comprensione e alleanze. Come insegna la storia di Roma, anche i più grandi imperi possono cadere se dimenticano questo principio.
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