Il Movimento 5 Stelle ha compiuto un passo significativo verso un cambiamento profondo nelle sue regole interne, con l’approvazione di riforme che modificheranno alcune delle sue linee guida fondamentali. In particolare, la Costituente del M5S ha dato il via libera a due cambiamenti controversi: la rimozione del limite dei due mandati per gli eletti e l’abolizione della figura del garante, che attualmente ricopre Beppe Grillo. Queste decisioni hanno suscitato diverse reazioni all’interno del partito e tra i suoi elettori, ma sono state difese dal leader Giuseppe Conte come passi necessari per rafforzare e modernizzare il movimento.
M5S: la nuova era del Movimento
Conte, infatti, ha sottolineato che il M5S sta tracciando una “nuova rotta”, rispondendo ai bisogni di una base sempre più disillusa dalla rigidità delle regole precedenti. Secondo il leader, le modifiche erano necessarie per garantire al movimento una maggiore flessibilità e per valorizzare l’esperienza e la competenza acquisita nel corso degli anni. Riguardo alla decisione di rimuovere il limite dei mandati, Conte ha dichiarato che questa scelta è stata fatta per evitare che il M5S continuasse a combattere “ad armi impari” rispetto ad altre forze politiche, che da tempo si avvalgono di figure più esperte nelle loro fila.
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Tuttavia, il processo di approvazione di queste modifiche non è stato privo di polemiche interne, soprattutto in relazione alla figura di Beppe Grillo. Conte ha affermato che non si aspettava che Grillo si opponesse così apertamente alle modifiche proposte, definendo le sue reazioni come “veleno”. Nonostante le tensioni con il garante, Conte ha sottolineato che il M5S deve guardare avanti, all’obiettivo di cambiare la società e non farsi distrarre dalle questioni personali o da dinamiche interne.
Il voto dei membri ha mostrato un ampio sostegno a molte delle proposte, con il 72,08% dei partecipanti favorevole alla rimozione del limite dei due mandati. Questo cambiamento, secondo Conte, è in linea con una volontà di rinnovamento e di apertura a nuove sfide politiche, in un momento in cui il M5S sembra voler rafforzare la propria posizione nel panorama politico italiano. Inoltre, la proposta di consentire deroghe per candidati sindaci o presidenti di regione, o di elevare il limite a tre mandati, ha trovato ampio consenso, evidenziando il desiderio di superare i vincoli imposti in passato.
Un altro cambiamento cruciale è stato l’abolizione della figura del garante, che è stata approvata con il 63,24% dei voti favorevoli. Grillo, che ha ricoperto questo ruolo per anni, ha visto la sua posizione indebolirsi all’interno del movimento. Per molti membri del M5S, l’eliminazione di questa figura rappresenta un passo necessario per superare una struttura gerarchica che, a loro avviso, ha rallentato la crescita e l’adattamento del movimento alle nuove sfide politiche.
In tema di alleanze politiche, il M5S ha confermato la propria apertura, con l’81,20% dei votanti contrari al divieto di alleanze. Questo segna una chiara volontà di interagire con altre forze politiche per raggiungere obiettivi comuni, pur mantenendo la propria identità. La collocazione politica del movimento, tuttavia, resta un tema di dibattito. I membri hanno votato favorevolmente per una definizione come “progressisti indipendenti” (36,70%), ma anche altre etichette come “forza progressista” o “forza di sinistra” hanno avuto una certa adesione, pur non prevalendo.
Oltre a queste modifiche, i membri del M5S hanno approvato altre proposte di riforma dello Statuto e del Codice Etico, sebbene con percentuali inferiori. In generale, circa il 61% degli iscritti ha votato a favore delle modifiche statutarie, mentre il sostegno alle proposte sul Codice Etico è stato più ridotto (54,10%).
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