È atteso per oggi alle 18 a Palazzo Chigi il vertice della maggioranza sulla manovra tra la premier Giorgia Meloni, i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, il leader di Nm Maurizio Lupi e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Lo riferiscono fonti qualificate di maggioranza.
La riunione, che inizialmente era prevista per domani a ridosso del Cdm, sarà dedicata principalmente alla manovra che arriva in Parlamento accompagnata dalle diverse richieste dei partiti, nonostante i continui appelli di Giorgetti alla sintesi: attualmente ci sono quasi 220 emendamenti ‘segnalati’. Tra questi, oltre a quelli dei partiti della maggioranza, ci sono anche le richieste dei ministeri che andranno analizzate attentamente.
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Manovra, le richieste di Forza Italia
Una delle richieste del partito di Tajani per la legge di bilancio è quella del taglio dell’Irpef per i redditi fino a 50/60mila euro, per tutelare il ceto medio. Il deputato e responsabile economico del partito, Maurizio Casasco, ha dichiarato all’Adnkronos che ”sarà il segretario nazionale Tajani a definire la strategia e le nostre priorità. Certamente Forza Italia ha una grande attenzione al ceto medio che è stato dimenticato nel passato troppe volte. E per questo puntiamo all’abbattimento dell’aliquota dell’Irpef fino a 60 mila euro dal 35 al 33% nel rispetto delle risorse disponibili, considerato il concordato preventivo ed eventualmente il ravvedimento operoso di marzo”.
Un altro punto è lo stop alla web tax, una tassa che per i forzisti nella situazione attuale colpirà principalmente le Pmi e i giornali on line, e non i giganti della rete. FI chiede quindi l’esenzione a questa tassa per la Rai, ma anche per tv, radio e testate giornalistiche online. In sostanza la tassazione digitale vorrebbero che fosse mantenuta solo per i giganti del web.
Riguardo invece al decreto fiscale bloccato al Senato da un emendamento della Lega che chiede di confermare la riduzione di 20 euro del canone annuale della Rai, mantenendolo a 70 euro annui, i forzisti ribadiscono i loro dubbi. Hanno infatti modo di credere l’emendamento del Carroccio graverebbe sulle casse dello Stato per 430 milioni di euro.
Il capogruppo di FI alla Camera, Paolo Barelli, parlando ad Affaritaliani.it ha spiegato che “se tale somma fosse davvero disponibile andrebbe usata per contribuire a ridurre l’aliquota Irpef al 33% fino a 60mila euro di reddito e per alzare le pensioni basse”. Ha ricordato che Giorgetti ha spiegato che “la legge di Bilancio deve guardare al contenimento della spesa e a salvaguardare i conti dello Stato considerando i parametri stabiliti in Europa. Per questo i fondi che abbiamo a disposizione vanno usati al meglio”.
Le richieste di FdI
Fratelli d’Italia, invece, per accelerare l’attuazione del Pnrr, chiede di non applicare alle assunzioni nella p.a. legate al Piano il limite del 20% di contratti a tempo e somministrati rispetto al numero complessivo dei contratti a tempo indeterminato. Per il capogruppo dem in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, questa proposta è però “tecnicamente una follia” e ha accusato il centrodestra di voler “rendere nei fatti ‘eterno’ il precariato”.
Il partito della premier mette anche sul tavolo la norma sui controllori del Mef nei collegi sindacali delle società che ricevono contributi pubblici. Se FI propone di cancellarla, FdI eleva la soglia di fondi statali oltre la quale sono previsti componenti del Mef nei collegi da 100mila a 1 milione di euro.
Tra le proposte della maggioranza c’è poi la proroga del bonus verde. La detrazione al 36% fino a 5mila euro per la sistemazione di aree verdi e giardini è prevista in tre emendamenti della maggioranza dei quali uno proprio di FdI.
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