Rabbino scomparso negli Emirati trovato morto, Netanyahu: “Faremo giustizia”

Al momento non sono chiare le dinamiche della morte, ma lo Stato ebraico ha già gridato all'attacco antisemita, invitando i cittadini israeliani a non recarsi negli Emirati Arabi durante questi momenti di tensione

Redazione
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Il corpo di Zvi Kogan, rabbino israelo-moldavo, è stato trovato ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, dopo diversi giorni in cui non si avevano sue notizie. Al momento non sembrerebbe chiaro cosa possa essergli accaduto, ma lo Stato di Israele avrebbe confermato che dal loro punto di vista si tratterebbe di un semplice atto antisemita, in risposta alla guerra portata avanti in Palestina contro l’organizzazione terroristica di Hamas e in Libano contro quella di Hezbollah.

Tra i primi ad esprimersi sul ritrovamento è stato il ministro degli Esteri, Israel Katz, che ha definito la morte del rabbino un “crimine terroristico antisemita codardo e spregevole“, per poi aggiungere che lo Stato di Israele collaborerà con le autorità degli Emirati per comprendere chi possano essere i responsabili dell’omicidio e consegnarli alle forze dell’ordine, affinché paghino per le loro azioni e sia fatta giustizia.

A poche ore di distanza dal fatto si è poi espresso anche il primo ministro Benjamin Netanyahu, che ha definito l’omicidio di Zvi Kogan “un abominevole atto di terrorismo antisemita“, per poi dichiarare che lo Stato di Israele “userà tutti i mezzi e tratterà i criminali responsabili della sua morte con il massimo rigore della legge“.

Il ritrovamento del cadavere è avvenuto nella stesso giorno in cui un uomo ha aperto il fuoco contro le forze di sicurezza nel quartiere che ospita l’ambasciata israeliana ad Amman, in Giordania. L’uomo è stato ucciso dalle forze dell’ordine giordane, ma prima di essere neutralizzato sarebbe riuscito a ferire tre membri delle forze di sicurezza. Si tratterebbe dell’ultimo di una serie di attacchi che avrebbero riguardato l’ambasciata israeliana, che ad Amman è spesso presa di mira da attentatori.

Israele sconsiglia viaggi negli Emirati Arabi

I media israeliani, che per primi avrebbero riportato la notizia della morte del rabbino, hanno sottolineato che questo si trovasse negli Emirati Arabi Uniti dalla fine del 2020, ovvero da quando Israele ha normalizzato i rapporti con il Paese. Kogan era un rabbino Chobad, imparentato con il rabbino Gavriel Holtzberg, assassinato insieme con la moglie in un attacco terroristico alla Nariman Chabad House di Mumbai nel 2008, ed era scomparso dallo scorso giovedì, quando la sua famiglia aveva contattato le autorità arabe e quelle israeliane.

Sembrerebbe che non vi fossero più tracce del rabbino e al momento è in corso un’indagine per comprendere cosa sia accaduto nel corso dei suoi ultimi giorni di vita. A seguito della notizia, il Consiglio per la sicurezza nazionale israeliano ha ribadito le sue raccomandazioni per i viaggiatori israeliani che intendono recarsi negli Emirati Arabi in un periodo di così forti tensioni. Israele ha apertamente sconsigliato qualunque tipo di viaggi in quei territori, per poi chiarire che, nel caso in cui si decidesse comunque di partire, vi sarebbero alcune accortezze da tenere in considerazione.

Evitare di visitare attività commerciali, luoghi di ritrovo e luoghi di intrattenimento identificati con la popolazione israeliana ed ebraica“, si legge infatti nell’avviso, che inoltre consiglia di evitare di indossare simboli israeliani e di denunciare immediatamente se si è stati esposti ad attività terroristiche.

Israele, Herzog: “Morte Kogan un vile atto antisemita

La presunta uccisione del rabbino Kogan avrebbe convinto il presidente israeliano Isaac Herzog ad intervenire personalmente nella questione per sottolineare la matrice terroristica ed antisemita che avrebbe provocato la morte del rabbino. “Questo vile attacco antisemita ci ricorda l’inumanità dei nemici del popolo ebraico“, ha infatti scritto su X il presidente, sottolineando però l’intenzione dello Stato ebraico di non arrendersi di fronte alle persecuzioni.

Non ci impedirà di continuare a far crescere la comunità fiorente negli Emirati Arabi Uniti o altrove“, ha proseguito Herzog, per poi ringraziare il Paese per la rapida azione nei confronti del caso e per l’interesse che sta dimostrando nella sua risoluzione.

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