“Ogni volta che una donna lotta per se stessa, lotta per tutte le donne“, questa è stata una delle numerose frasi prodotte dall’artista statunitense Maya Angelou. Una citazione buona e giusta che, attualmente come non mai, dovrebbe risuonare nella mente della collettività.
Proprio oggi, è in corso il corteo nazionale contro la violenza di genere, organizzato dal movimento femminista e transfemminista Non Una Di Meno. Poco prima dell’inizio della manifestazione, è stata bruciata la foto del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Tutto ciò è avvenuto sotto gli occhi increduli dei passanti davanti al Ministero dell’Istruzione a Roma.
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Ad immortalare il momento ci hanno pensato dei collettivi studenteschi attraverso delle Instagram Stories: “Prima di raggiungere la piazza contro la violenza di genere bruciamo il Ministro Valditara”. Tra gli slogan anche l’imperativo: “Valditara, inchinati alle sorelle che si proteggono!”.
Da ciò che si apprende, questo disprezzo nasce, principalmente, dalle affermazioni che l’uomo politico ha fatto non troppi giorni fa sulla lotta femminile e sulle aggressioni sessuali che queste ultime ricevono: “Non si può far finta di non vedere che l’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e devianza in qualche modo discendenti dalla immigrazione illegale”.
Così, qualsiasi organo femminista si è mobilitato per far sentire la propria voce.
Il corteo
Al raduno, hanno presenziato migliaia di persone, che hanno marciato da Piazzale Ostiense fino a Piazza Vittorio Emanuele II, pronunciando all’unisono il motto “Disarmiamo il patriarcato!”. Questo evento ha aperto la via alla ricorrenza del 25 novembre, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite come Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Di stampo simile è la manifestazione che, sempre oggi, ha avuto luogo a Palermo.
Parole e gesti che fanno riflettere. Senza dubbio, le istituzioni dovrebbero essere in prima linea per garantire alle donne libertà e diritti. Ma, entrambe le parti dovrebbero ricordare che la violenza non dovrebbe mai entrare a far parte della lotta per l’emancipazione, altrimenti si rischierebbe di fare lo stesso gioco degli aguzzini che la legge dovrebbe combattere.
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