Il M5S dà via alla Costituente, Conte: “Un ritorno alle origini ci porterà all’isolamento”

La due giorni si concluderà domani alle 15, quando avrà inizio lo spoglio dei voti. La resa dei conti tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte è quindi sempre più vicina

Redazione
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Il M5S è oggi al centro della prima giornata di “Nova“, l’assemblea costituente indetta dai vertici del partito, escluso il Garante Beppe Grillo, allo scopo di rifondare il partito e di ritrovare un’identità che sia al passo coi tempi e che rispetti le volontà degli elettori, così da recuperare le percentuali di consenso perse negli ultimi tempi. La tensione sarebbe altissima e da domani alle 15 inizierà lo spoglio dei voti che potrebbe portare ad un cambiamento radicale del Movimento, oppure ad un nulla di fatto.

I circa 90mila iscritti al partito stanno votando già da due giorni i quesiti che riguardano la rinascita del partito, mentre oggi al Palazzo dei Congressi dell’Eur Roma ha avuto inizio la kermesse finale dell’esperimento partecipativo, alla presenza di esponenti del Movimento 5 Stelle, economisti, giornalisti e politologi. La grande incognita riguarda la possibile presenza di Beppe Grillo, che ormai da mesi continua a manifestare pubblicamente la sua contrarietà all’assemblea e a criticare aspramente la leadership di Giuseppe Conte.

Sembrerebbe quasi del tutto esclusa la possibilità di una presenza dal vivo, visto che Grillo sarebbe stato avvistato in questi giorni a Roma ma, a seguito della partecipazione ad un evento privato, avrebbe già lasciato la Capitale. Rimane quindi l’unica ipotesi di una partecipazione da remoto, magari con un nuovo video pubblicato sul suo blog o sui suoi canali social.

M5S, Conte: “Non possiamo vagheggiare un ritorno alle origini

Il leader del partito, Giuseppe Conte, avrebbe anticipato l’apertura della kermesse commentando i due giorni di voto che hanno interessato gli iscritti al partito. “Si tratta di un momento cruciale per la nostra comunità“, ha infatti sottolineato l’ex premier, evidenziando che l’obiettivo dell’assemblea costituente non è quello diun ritorno alle origini“, in quanto questo al momento sarebbe impossibile, visto il contesto politico e internazionale che è completamente differente rispetto al passato.

Secondo il pentastellato, infatti, un passo indietro di questo genere non farebbe che “riportare il Movimento all’isolamento e all’irrilevanza” e quindi rivelarsi di fatto controproducente. Per quanto riguarda il vero e proprio esercizio del voto, Conte non avrebbe dato delle linee chiare, se non per quanto riguarda la collocazione progressista del Movimento, sostenendo che se dovesse venir meno lo costringerebbe alle dimissioni.

Dalle origini noi ci teniamo strette le nostre radici, l’ancoraggio ai nostri principi e valori, la radicalità delle nostre battaglie che non abbiamo mai smesso di portare avanti” ha infatti dichiarato il leader pentastellato, prima di sferrare un nuovo attacco verso Grillo, accusandolo di voler essere “interprete esclusivo di quel passato” e di voler sabotare il processo.

M5S, i quesiti su cui scegliere

L’assemblea costituente, che si presenta come un esperimento di partecipazione dal basso, ha proposto agli iscritti al partito una serie di quesiti da giudicare e su cui proporre delle modifiche. Come ormai da mesi si discute, i tre punti focali del cambiamento riguardano il nome e il simbolo del partito e il tema del limite del secondo mandato. Tra “pilastri immodificabili” secondo il Garante, ma che invece potrebbero presto assumere una nuova forma. Data l’importanza dei primi due temi, questi per essere approvati necessiteranno del quorum del 50% dei votanti.

La stessa regola vale per il quesito riguardante il futuro del Garante, la cui figura potrebbe essere eliminata o depotenziata. Per i restanti temi, che riguardano la sanità, l’istruzione, la giustizia, lo statuto, il codice etico, le alleanze e i due mandati, basterà una qualsiasi maggioranza.

Secondo quanto finora dichiarato, sembrerebbe che la maggior parte degli esponenti del partito si trovino d’accordo con la linea rappresentata da Giuseppe Conte. Tra le eccezioni c’è l’ex sindaca di Torino, Chiara Appendino, che avrebbe minacciato un passaggio al Pd, per poi tornare sui suoi passi, e la vicepresidente del Senato Mariolina Castellone, che sul quesito del Garante ha espresso più di qualche dubbio.

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