Orban invita Netanyahu a rifugiarsi in Ungheria, l’israeliano lo ringrazia e ne elogia la “chiarezza morale”

La Commissione europea ha risposto alla dichiarazione del premier ungherese ricordando agli Stati membri che hanno l'obbligo di rispettare le prescrizioni della Corte

Redazione
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Stanno facendo discutere da ieri le parole del premier ungherese Viktor Orban, il quale ha risposto al mandato d’arresto contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu voluto dalla Corte penale internazionale, invitando Bibi in territorio ungherese per proteggersi. Sulla scia di queste dichiarazioni l’Ue ci ha tenuto a ricordare a ogni paese membro che ha il dovere di rispettare le decisioni della Corte.

Le parole di Orban

I diversi membri dell’Unione Europea, che aderisce in blocco allo Statuto di Roma, se in passato avevano reagito quasi tutti all’unanimità alla decisione della Corte penale internazionale di arrestare il presidente russo Vladimir Putin, nella sentenza contro Netanyahu la loro reazione non è stata netta. Tranne per l’Ungheria, con Orban che ha espresso una posizione esplicita.

Ieri il premier ungherese, infatti, nel corso di un’intervista alla radio statale, ha commentato la sentenza della Corte dichiarando che inviterà il premier israeliano “in Ungheria dove posso garantirgli che la sentenza non avrà alcun effetto. Netanyahu non ha perso tempo e ha ringraziato Orban per l’invito, elogiandone la “chiarezza morale”.

Viktor Orban
Viktor Orban

Un alto funzionario Ue all’Ansa ha dichiarato che nel caso Orban permettesse davvero a Netanyahu di proteggersi nel suo territorio, “violerebbe i suoi obblighi legali internazionali e la posizione dell’Ue sulla Corte penale internazionale”. Budapest ha infatti ratificato l’accordo sulla giurisdizione della Corte ed è quindi tenuta a far rispettare i mandati di arresto, altrimenti dovrebbe affrontare il deferimento all’assemblea degli Stati membri. È quello che accadde alla Mongolia quando lo scorso settembre decise di non arrestare Putin nel corso della sua visita. Orban all’epoca anche riguardo al mandato di arresto di Putin aveva annunciato che non lo avrebbe fatto eseguire nel caso il presidente russo si fosse recato in Ungheria.

La Commissione Ue, ieri sera, sulla scia di queste dichiarazioni dell’ungherese, ha ufficialmente ricordato agli Stati membri che hanno l’obbligo di rispettare le prescrizioni della Corte. Un portavoce ha dichiarato: “L’Unione Europea
rispetta la sua indipendenza e la sua imparzialità”
.

Una fonte diplomatica ha invece dichiarato che “sembra che Orban sia tornato a trollare con la fine della presidenza in vista”, ricordando che il premier ungherese ricopre il ruolo di guida del Consiglio Ue fino al 31 dicembre. La stessa fonte ha aggiunto di non sapere “cosa possano fare gli Stati membri al riguardo”, precisando che la prossima settimana ci sarà una riunione del comitato dei rappresentanti permanenti, il Coreper, e la questione potrebbe essere affrontata. Un altro diplomatico ha affermato che “al momento non c’è nulla in agenda”.

Le reazioni al mandato d’arresto di Netanyahu

Come detto i vari membri dell’Ue hanno reagito in modo non netto alla decisione della Corte, mentre gli Usa, che non hanno mai sottoscritto lo Statuto di Roma, si sono opposti a questa faccenda. Per il presidente uscente Joe Biden i mandati di arresto del premier israeliano e dell’ex ministro della Difesa Yoav Galant sono “scandalosi”, mentre Donald Trump ha ribadito che gli Stati Uniti saranno “sempre a fianco d’Israele contro le minacce alla sua sicurezza”.

La Cina ha esortato la Corte ad adottare e perseguire “una posizione oggettiva”, la Russia ha dichiarato le sentenze dell’Aja “insignificanti”, la Francia ha fatto sapere di prenderne atto e la Gran Bretagna ha dichiarato che rispetterà i suoi “obblighi legali”. Tra gli stati europei gli UK sono stati quelli con una posizione più netta, mentre la Germania si è mostrata molto più cauta.

“Esamineremo coscienziosamente i passi da compiere”, ha scritto in una nota il portavoce del cancelliere, precisando che azioni ulteriori saranno compiute “solo quando sarà prevedibile una visita in Germania del primo ministro Netanyahu e dell’ex ministro Galant”. L’Iran infine ha preso ovviamente la sentenza con positività, con il capo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane, il generale Hossein Salami, che ha definito il mandato d’arresto come la “fine e la morte politica” d’Israele.

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