Le elezioni regionali in Veneto si terranno a fine 2025 o al massino a inizio 2026. Sembra che ci sia tantissimo tempo per i partiti di decidere il proprio candidato che prenderà il posto dell’attuale presidente leghista Luca Zaia. In realtà il tempo è poco e iniziano già a intravedersi i primi scontri tra i partiti della stessa coalizione per trovare una quadra. In modo particolare la Lega vuole rimettere al vertice regionale un suo candidato, mentre FdI, forte dei risultati alle Europee, vuole invece proporre uno dei suoi.
Regionali Veneto, Fdi vs Lega
Se il governo della Regione Veneto è ormai da 14 anni in mano alla Lega, con i tre mandati di Luca Zaia, i risultati delle elezioni Europee mostrano la crescita anche di FdI, che ha conquistato oltre il 37%, contro il 13% del partito di Salvini. Quindi il partito di Giorgia Meloni per le nuove elezioni regionali vorrebbe proporre uno dei suoi. Il senatore Luca De Carlo, uno dei possibili candidati FdI, ha dichiarato: “La partita è chiusa. In Veneto la differenza la fa solo Zaia, ma se non può essere della partita resta in campo solo il consenso raccolto dal nostro partito. Bisogna smetterla di parlarne perché i veneti rischiano di stancarsi”.
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La Lega però non è d’accordo, con il leader Matteo Salvini che ha recentemente affermato: “Se chiederemo la Regione per la Lega? Certo, noi la chiediamo”. La Lega sente che è arrivato il momento di riprendere in mano la situazione, date le recenti sconfitte nelle regionali umbre e emiliano romagnole, entrambe vinte dal centrosinistra. Ma se l’Umbria è una regione del centro, a preoccupare il partito di Salvini, nato e attaccato al nord, sono i risultati in Emilia Romagna, che fa già parte del Settentrione. Infatti qui la Lega ha solo il 5%, quando 5 anni fa aveva il 30%. Per questo si ha la necessità nel partito di riconfermarsi almeno in Veneto.
Se ai media Salvini ha dichiarato che proverà a chiedere una deroga alla legge che vieta di candidarsi per 3 volte, in modo da poter riproporre Zaia, il quadro che ne è uscito dal consiglio federale di mercoledì è un po’ diverso. Da sottolineare che Zaia ha già governato per 3 mandati e questo sarebbe il quarto, ma la sua legge regionale che introduceva il limite dei due mandati è entrata in vigore nel 2015 e non considerava il mandato corrente.
Nel consiglio federale c’è stato un duro scontro tra Salvini e Zaia, con il leader del partito che ha lasciato intendere che non c’è la possibilità di un terzo mandato, affermando che “non sarà facile sbloccare il terzo mandato”. Zaia ha risposto: “Qui non è in ballo solo il destino del Veneto. Se lo perdiamo, crolla tutto”. Probabilmente il presidente attuale del Veneto ha fatto sfociare contro il leader della Lega quella rabbia che provava nei suoi confronti per aver lasciato che nel governo la Lega fosse rappresentata da 5 ministri lombardi.
Zaia è inoltre convinto che sia tornata una specie di “questione Nord”, che il partito di Meloni romanocentrico potrebbe non capire pienamente. Questa tesi è stata però respinta dall’altra possibile candidata di FdI, l’europarlamentare Elena Donazzan, che ha dichiarato che “il voto che ci ha premiato alle Politiche e alle Europee dimostra che i veneti sono pragmatici e non ideologici. Hanno ben compreso che noi garantiamo serietà e competenza. La Lega vuole continuare a guidare il Veneto? Il per sempre non esiste”.
Lo scenario che si prospetta non è dei migliori, con gli scontri tra partiti della stessa coalizione che già sono iniziati. Tra i possibili candidati a presidente della Regione veneto proposti dalla Lega potrebbero esserci il sindaco di Treviso Mario Conte e il segretario regionale della Lega veneta Alberto Stefani. Mentre FdI potrebbe candidare il senatore Luca De Carlo e l’europarlamentare Elena Donazzan. Entra in gioco anche Forza Italia che vorrebbe candidare Flavio Tosi.
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