Piantedosi sulla sicurezza: “Potenziamo la videosorveglianza e riformiamo le polizie locali”

Piantedosi ha espresso un messaggio di fiducia nelle istituzioni e nella capacità di riformare e migliorare il sistema di sicurezza e amministrativo italiano, mantenendo al contempo un attento equilibrio tra innovazione tecnologica, diritti dei cittadini e principi democratici

Redazione
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Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha recentemente espresso la sua intenzione di accelerare l’implementazione dei sistemi di videosorveglianza nei Comuni italiani, come parte di un ampio piano di modernizzazione delle misure di sicurezza a livello locale. L’idea di Piantedosi è di consentire ai Comuni di accedere rapidamente ai finanziamenti per l’installazione e l’aggiornamento delle tecnologie di videosorveglianza, al fine di rendere le città più sicure. Secondo il ministro, i dati disponibili dimostrano che oltre il 50% dei reati risolti sono stati scoperti grazie all’uso di queste tecnologie. In questo contesto, Piantedosi ha sottolineato che l’introduzione di strumenti di sorveglianza non ha lo scopo di creare un “Grande Fratello”, ma di fornire alle autorità gli strumenti necessari per combattere la criminalità in modo più efficace.

Le parole di Piantedosi

Durante il suo intervento all’assemblea annuale dell’Anci, il ministro ha anche messo in guardia contro la percezione che la privacy possa ostacolare il progresso tecnologico, definendo “illusorio” pensare che le preoccupazioni sulla privacy possano fermare il potenziale delle nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, che si stanno affermando rapidamente anche nel settore della sicurezza. Piantedosi ha enfatizzato che il problema non risiede nella tecnologia stessa, ma nel modo in cui viene utilizzata. Al momento, l’uso della videosorveglianza è regolato sotto il controllo dell’Autorità Giudiziaria, ma il ministro ha insistito sull’importanza di utilizzare queste risorse in modo preventivo. Piantedosi ha concluso ribadendo che la chiave per una gestione equilibrata di queste tecnologie è la fiducia nelle istituzioni, che devono essere in grado di garantire il rispetto della privacy e dei diritti dei cittadini.

Il tema della videosorveglianza si inserisce in un più ampio quadro di riforme che Piantedosi sta portando avanti, tra cui la riforma delle polizie locali. Il ministro ha espresso ottimismo riguardo alla possibilità di concludere la riforma entro il 2025, sottolineando come ci sia una forte volontà trasversale di modernizzare e migliorare l’efficienza delle forze di polizia locali. In parallelo, Piantedosi ha anche avanzato l’ipotesi di una riforma delle Province, riconoscendo che il sistema attuale non ha funzionato come previsto. In particolare, il ministro ha parlato della necessità di un ritorno all’elezione diretta dei consiglieri provinciali, un tema su cui c’è un ampio consenso politico.

Piantedosi ha anche toccato il delicato tema dello scioglimento dei Comuni per infiltrazioni mafiose, suggerendo che, pur non essendo intenzionato a ridurre l’impegno nella lotta alla criminalità organizzata, sarebbe utile riflettere su misure intermedie. L’idea sarebbe quella di introdurre misure di affiancamento o commissariamento, piuttosto che ricorrere sempre e solo allo scioglimento, che ha un impatto diretto sui principi democratici. Secondo il ministro, l’esperienza pratica ha dimostrato che in alcuni casi le infiltrazioni mafiose non giustificano lo scioglimento, ma necessitano di misure di supporto che possano salvaguardare la legalità senza compromettere completamente l’autonomia amministrativa del Comune.

Tuttavia, Piantedosi ha anche ribadito che non è intenzione del governo fare passi indietro rispetto ai presidi di legalità. La discussione su come bilanciare le esigenze di sicurezza e il rispetto dei circuiti democratici continua ad essere un tema centrale nella sua agenda politica. In questo senso, il ministro ha chiesto un ulteriore equilibrio tra la salvaguardia della legalità e il rispetto della volontà popolare espressa attraverso il voto.

Il ministro ha infine sottolineato che la riforma del Testo unico degli enti locali è fondamentale e necessaria per garantire che il sistema amministrativo locale funzioni in modo efficiente e coeso. Il testo attuale, infatti, ha ormai un quarto di secolo di vita e necessita di un aggiornamento che possa rispondere meglio alle sfide moderne. A tal proposito, Piantedosi ha annunciato che un tavolo di lavoro è già in fase avanzata e che ci sono ancora discussioni in corso, in particolare riguardo alle funzioni delle Province e alla loro riorganizzazione. La riforma dovrà essere condivisa con tutte le forze politiche, incluse quelle di opposizione, per garantire che venga affrontata in modo equilibrato e rappresentativo.

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