Donald Trump continua ad osservare da lontano il suo predecessore, e ormai avversario da 8 anni, Joe Biden, mentre continua a prendere decisioni a sostegno dell’Ucraina di Volodymyir Zelensky, ma anche a supporto della continuazione di un conflitto che ormai si avvicina al terzo anniversario. In un crescendo di tensioni, e nel mezzo di una serie di incontri internazionali di ampio spessore, il presidente Usa ha deciso di approvare l’invio di mine antiuomo alla Nazione invasa dalla Russia.
Dopo i missili a lungo raggio e dopo il via libera al loro utilizzo contro obiettivi russi, gli Stati Uniti compiono un nuovo passo verso il leader ucraino, accontentando un’altra delle sue richieste. “Hanno bisogno di strumenti che servano a rallentare gli invasori, ce le hanno chieste e penso che sia una buona idea“, ha dichiarato il segretario della Difesa Lloyd Austin, confermando quindi la notizia che per un primo periodo era circolata solamente sui media.
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La decisione Usa si aggiunge poi ad un ulteriore ingerenza nella guerra russo-ucraina. Sembrerebbe, almeno secondo quanto riportato da alcune fonti non certificate sui social, che un missile Storm Shadow, di produzione britannica, sia stato individuato all’interno del territorio della Regione russa di Kursk. Dalle foto che circolano in rete, sarebbe possibile vedere i frammenti di questo esplosivo, ma dal Regno Unito non sono ancora giunte conferme ufficiali sull’utilizzo delle loro armi in Russia. Nel caso in cui la notizia fosse confermata, allora mancherebbero all’appello solamente i missili francesi Scalp, che potrebbero essere utilizzati da Kiev, se Macron decidesse di allinearsi ai via libera Usa e del Regno Unito.
Russia, Putin: “Non siamo pronti a congelare la guerra“
Nel mezzo dell’intensificazione delle influenze occidentali nel conflitto, dal Cremlino è giunta l’ennesima conferma della mancata intenzione del presidente Vladimir Putin di cedere alle richieste degli alleati dell’Ucraina, soprattutto per quanto riguarda una possibile tregua bellica. “Putin è pronto a contatti con il prossimo inquilino della Casa Bianca, ma non a un congelamento delle ostilità lungo l’attuale linea del fronte” ha infatti dichiarato il portavoce Dmitry Peskov, chiarendo nuovamente che per la Russia è imprescindibile il raggiungimento dei suoi obiettivi prima della fine del conflitto.
Il Cremlino continua quindi a insistere sulla necessità di esercitare pressioni sull’Ucraina, affinché questa ceda alle richieste russe. Nello specifico, Peskov ha chiarito che sarebbero due i punti su cui Putin non è pronto a cedere. Innanzitutto la rinuncia degli ucraini alle quattro Regioni occupate di Donetsk, Lugansk, Zaporizhizhia e Kherson e poi l’impegno ufficiale di Kiev a non entrare a far parte della Nato.
Al momento, quindi, i due Paesi continuano le ostilità senza che una possibile soluzione sia individuabile all’orizzonte. La nuova ingerenza Usa, però, potrebbe provocare la creazione di nuovi equilibri e quindi continuerebbero a crescere i timori di una possibile reazione russa sproporzionata rispetto alla decisione Usa.
Russia, i dubbi etici sull’utilizzo delle mine antiuomo di Biden
Il via libera di Joe Biden all’invio di mine antiuomo avrebbe però provocato diverse reazioni da parte dell’opinione pubblica. Si tratterebbe, infatti, di armi devastanti che rischierebbero di mettere in pericolo la stessa popolazione ucraina, a causa delle loro dimensioni e delle difficoltà da parte dell’uomo di individuarle. Di recente, poi, l’Onu avrebbe dichiarato in un rapporto che l’Ucraina è il Paese con più mine al mondo e che nel 2022 a causa di queste sono morti 407 civili ucraina e 944 sono rimasti feriti.
Sembrerebbe, inoltre, che nel 2023, nel corso di un’offensiva ucraina nel Sud del Paese, diversi soldati di Kiev sarebbero rimasti feriti proprio a causa delle mine inesplose presenti sul territorio. Proprio per evitare queste tragedie, la maggior parte dei Paesi, esclusi Russia e Usa, sono firmatari di una convenzione, il Trattato di Ottawa, che vieta l’uso o lo stoccaggio di mine terrestri. All’interno di questo patto sarebbe presente anche l’Ucraina.
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