Tajani promuove l’export della cucina italiana nel mondo: “Non siamo solo spaghetti e mandolino”

Abbiamo l’obiettivo di arrivare a 700 miliardi di euro di export nel mondo”, ha detto Tajani che, ci ha tenuto a sottolineare quanto sia importante esportare diversi cibi locali. In questo modo non verrà pubblicizzato solo l’agroalimentare italiano, ma anche quello di ogni singola regione. A tal proposito ha aggiunto: “Sosteniamo con forza la candidatura della cucina italiana come patrimonio immateriale dell’Unesco”

Redazione
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Antonio Tajani, in occasione della Settimana della cucina italiana nel mondo, ha sottolineato quanto sia importante promuovere l’alimentazione italiana e il settore agroalimentare all’estero.

Per il ministro degli Esteri, promuovere questa cucina e proteggere la tradizione “è un dovere morale”, poiché questo è il “marchio di riconoscimento” degli italiani.

La dieta mediterranea è anche sinonimo di salute, quando noi ci battiamo per difendere questo tipo di alimentazione e perché siamo convinti che sia quella che tutela meglio la salute di ciascuno di noi”, ha detto il ministro. Dall’anno prossimo la Settimana non ricadrà più in una data precisa ma si aspetterà che le varie ambasciate possano organizzarsi prima, per rendere l’evento più internazionale.

Cucina italiana all’estero: esportare la nostra tradizione

Non siamo solo spaghetti e mandolino, ma i nostri piatti tipici e la dieta mediterranea fanno parte delle nostre tradizioni e sono fondamentali per far crescere la nostra economia. Abbiamo l’obiettivo di arrivare a 700 miliardi di euro di export nel mondo”, ha detto Tajani che, ci ha tenuto a sottolineare quanto sia importante esportare diversi cibi locali. In questo modo non verrà pubblicizzato solo l’agroalimentare italiano, ma anche quello di ogni singola regione. A tal proposito ha aggiunto: “Sosteniamo con forza la candidatura della cucina italiana come patrimonio immateriale dell’Unesco”.

Cucina e radici: la nuova iniziativa per promuovere la tradizione agroalimentare

Tajani ritiene che la cucina della nostra tradizione può unire tutti gli italiani che si trovano nel mondo. Inoltre, può aiutare gli immigrati a integrarsi meglio: il ministro punta al fatto che il cibo possa diventare un “ponte tra culture”.

La cucina tradizionale – ha spiegato il vicepremier – può far scoprire le proprie radici e far conoscere la cucina tradizionale è un modo per far conoscere in giro per il mondo anche le differenza delle nostre cucine. Questo può favorire la presenza italiana nel mondo e farci apprezzare per quello che siamo. Anche la cucina fa parte della nostra immagine e la dieta mediterranea è parte della cultura”.

Lo scopo del ministro, per quest’anno, è aumentare l’export dagli attuali 600 miliardi ai 700. Così facendo è possibile riproporre all’Unesco la cucina italiana come “patrimonio immateriale”.

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