Ucraina, Borrell: “Putin non pronto a negoziare, l’UE deve rafforzare sostegno a Kiev”

La situazione globale, secondo Borrell, richiede un'azione tempestiva e una forte coesione all'interno dell'Unione Europea

Redazione
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Il conflitto in Ucraina continua a essere al centro della politica internazionale, e l’Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’Unione Europea, Josep Borrell, non ha nascosto la sua preoccupazione per l’escalation della guerra. Intervenendo in conferenza stampa a Bruxelles il 18 novembre 2024, Borrell ha commentato l’atteggiamento del presidente russo Vladimir Putin, che, secondo lui, non è pronto a negoziare ma è determinato a “intensificare la guerra” con l’obiettivo di conquistare, occupare e “soggiogare” l’Ucraina. L’Alto Rappresentante ha dichiarato che il sostegno europeo all’Ucraina deve proseguire, perché “è un nostro interesse vitale“, rimarcando l’importanza di non arrendersi di fronte alla forza russa e di rispondere con decisione agli attacchi.

La preoccupazione di Borrell

Borrell ha anche sottolineato che, sebbene la Russia stia cercando di ottenere il suo obiettivo tramite l’escalation militare, l’Unione Europea non può permettersi di abbassare la guardia. La guerra in Ucraina è già durata più di mille giorni, ma secondo Borrell la risposta internazionale avrebbe dovuto essere più ferma sin dal 2014, quando la Russia ha annesso la Crimea. La sua riflessione è un appello alla comunità internazionale: “Dobbiamo evitare che ci sia una nuova escalation senza che Putin si assuma la responsabilità“, ha dichiarato, sottolineando come ogni passo senza una reazione ferma possa solo incoraggiare la Russia a proseguire con la sua offensiva.

Inoltre, Borrell ha messo in luce il ruolo sempre più importante che altri attori internazionali, come la Cina e la Corea del Nord, stanno giocando nel sostenere lo sforzo bellico russo. La Cina, in particolare, sta fornendo beni a duplice uso alla Russia, e la Corea del Nord è stata accusata di fornire armi e sistemi di difesa. Questa alleanza, secondo Borrell, complica ulteriormente la situazione, e l’Unione Europea deve essere pronta a rispondere in modo strategico, per evitare che la guerra si allarghi ulteriormente.

Il discorso di Borrell si è concentrato anche su altri temi di rilevanza geopolitica. In un altro passaggio della conferenza stampa, ha evidenziato che il mondo sta “andando nella direzione sbagliata”, con tensioni crescenti in Ucraina, Medio Oriente e nel Mar Cinese Meridionale. La guerra in Ucraina, la crisi di Gaza e le tensioni tra Cina e Taiwan sono diventati i punti focali di una destabilizzazione globale che richiede una risposta rapida e coordinata da parte dell’Unione Europea. In particolare, Borrell ha parlato della necessità di una risposta unitaria, ricordando che la coesione tra gli Stati membri dell’UE è essenziale se l’Europa vuole parlare con una sola voce sulla scena internazionale.

La situazione in Medio Oriente

Per quanto riguarda il conflitto in Medio Oriente, Borrell ha descritto la situazione a Gaza come “apocalittica”. Con il 70% delle vittime innocenti, tra cui donne e bambini, la guerra ha assunto una dimensione tragica che ha suscitato preoccupazione in tutta la comunità internazionale. “Questa è una guerra contro i bambini“, ha dichiarato Borrell, sottolineando la sofferenza della popolazione civile, in particolare dei più vulnerabili, come i bambini di cinque anni, che rappresentano l’età più frequente tra le vittime. La comunità internazionale, ha aggiunto, non può rimanere indifferente di fronte a tale dramma umanitario.

Infine, Borrell ha parlato anche dei tentativi di dialogo con Israele. Ha confermato di aver proposto al Consiglio dell’Unione Europea di sospendere l’accordo di associazione con Israele, soprattutto per quanto riguarda le questioni relative ai diritti umani. Tuttavia, la sua proposta è stata respinta dalla maggior parte degli Stati membri, che hanno ritenuto che fosse più appropriato continuare il dialogo diplomatico con Israele, nonostante le crescenti preoccupazioni sulle violazioni dei diritti umani in corso nella regione.

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