Stallo su Fitto in Ue, Schlein alza il tiro: “Vero problema sono Weber e Von der Leyen”

La segretaria del Pd ha dichiarato di aver telefonato più volte a Meloni senza ricevere risposta e di non avere alcun problema col portafogli affidato a Fitto; la reale preoccupazione sarebbe la possibilità che la Commissione Ue prenda una svolta a destra che non rispecchi il volere dei cittadini europei

Redazione
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L’orologio della Commissione Ue continua a ticchettare e il tempo procede inesorabilmente verso il 27 novembre, data in cui i sei vicepresidenti dovranno essere blindati e Ursula Von der Leyen dovrà essere pronta per il muovo mandato. Intanto, a undici giorni di distanza dalla data simbolo, sembrerebbe che l’Europarlamento sia ancora spaccato tra le volontà dei Socialisti e quelle dei Popolari. Non vi sarebbero possibilità di accordo e così l’italiano Raffaele Fitto e gli altri candidati vicepresidente restano in attesa, senza sapere effettivamente quale sarà il loro destino.

Sembrerebbe che tutto dipenda dall’audizione al Parlamento spagnolo di Teresa Ribera, candidata vicepresidente Ue, ma attuale vice di Pedro Sanchez. Questa, il prossimo 20 novembre, dovrà rispondere della tragedia di Valencia e potrebbe rischiare di finire nel mirino di un’inchiesta giudiziaria e di conseguenza di essere allontanata dalla Commissione Ue proprio dai Popolari di Manfred Weber.

In Italia, invece, è scontro aperto tra Meloni e Schlein che continuano a rinfacciarsi i comportamenti in Europa ma anche quelli nel Parlamento italiano. Se da un lato il premier continua a chiedere alla segretaria del Pd di dare spiegazioni sul voto sfavorevole del suo partito a Fitto, il volto dei dem dall’altro risponde che l’unica a dover dare spiegazioni è proprio Meloni, ma al popolo e a riguardo della sanità e della spesa pubblica.

Ue, Schlein: “Il problema sono Von der Leyen e Weber

Elly Schlein, oggi, a due giorni dal voto contrario a Raffaele Fitto da parte di Verdi e Socialisti, ha deciso di prendere la parola e di dare la sua versione degli eventi. “Ieri a mezzogiorno ho chiamato Meloni per chiederle perché è da una settimana che mi attribuisce cose che non ho mai fatto e che non ho mai detto” ha dichiarato la segretaria del Pd, sottolineando che il premier non le avrebbe risposto. Dal suo punto di vista questo taglio delle comunicazioni sarebbe funzionale alla campagna elettorale del centrodestra in Umbria.

Poche ore dopo doveva andare a fare campagna elettorale a Perugia dicendo che non rispondo“, ha infatti tuonato Schlein, per poi chiarire la sua linea di pensiero sullo stallo nell’Unione europeo. “Questo è stato creato dai Popolari che in Parlamento stanno cercando di allargare strutturalmente la maggioranza alla destra nazionalista” ha infatti dichiarato l’ex astro nascente del Partito democratico. Secondo Schlein, infatti, le uniche due persone realmente responsabili della mancata nomina dei sei vicepresidenti, e del commissario ungherese Oliver Varhelyi, sarebbero la stessa presidente Von der Leyen e il leader dei Popolari Manfred Weber.

Ursula Von der Leyen in visita a Kiev
Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione Ue

Noi non abbiamo mai messo in discussione un portafoglio di peso all’Italia” ha infatti proseguito la segretaria, senza però effettivamente citare la vicepresidenza esecutiva di Raffaele Fitto. Questo perché un ruolo apicale per un nome proveniente dal gruppo europeo dei Conservatori potrebbe aprire formalmente le porte della Commissione Ue alle forze di destra.

Lo stallo sul nome di Ribera

Un altro argomento piuttosto spinoso riguarda la nomina di Teresa Ribera, ora al centro delle polemiche per la gestione dell’alluvione di Valencia. La socialista, anch’essa tra i vicepresidenti proposti da Von der Leyen, potrebbe dover abbandonare la sua carica nel caso in cui finisse al centro di un processo giudiziario. La decisione è giunta proprio dal partito di Weber, che non vorrebbe la donna in Commissione.

Un incontro tra il leader dei Popolari e il ministro degli Esteri Antonio Tajani avrebbe affrontato proprio questo argomento, in quanto quest’ultimo sarebbe pronto a sostenere Weber nel suo piano. Quindi, anche Forza Italia potrebbe non votare Ribera. Il problema fondamentale sono le tempistiche. Il timore è che con la caduta di un candidato possa cedere l’intera struttura della Commissione europea e che addirittura si arrivi alle dimissioni di Von der Leyen. Il periodo, però, non sarebbe dei migliori, viste le manovre economiche che il presidente-eletto degli Stati Uniti Donald Trump potrebbe mettere in atto contro l’Ue.

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